Crescono nel 2016 le imprese toscane

CAMPI BISENZIO – Nel 2016 sono quasi 323mila le imprese attive in Toscana e rispetto al 2015 crescono dello 0,8%. Il trend riguarda le società a responsabilità limitata (srl) e quelle di capitali. In flessione il settore edile; segno più anche per le imprese fornitrici di energia, gas e vapore, e quelle che si occupano […]

CAMPI BISENZIO – Nel 2016 sono quasi 323mila le imprese attive in Toscana e rispetto al 2015 crescono dello 0,8%. Il trend riguarda le società a responsabilità limitata (srl) e quelle di capitali. In flessione il settore edile; segno più anche per le imprese fornitrici di energia, gas e vapore, e quelle che si occupano di istruzione. I lavoratori occupati nelle imprese attive toscane sono 1.127.770: il 63,5% dipendenti, il 34% indipendenti (imprenditori, professionisti con o senza partita Iva, lavoratori autonomi) e poco più del 2% quelli che costituiscono la cosiddetta ‘occupazione esterna’ (interinali, collaboratori, ecc.). Rispetto al 2015 aumentano gli addetti dipendenti, anche se in modo più contenuto rispetto al resto d’Italia, e diminuiscono gli esterni, in particolare i temporanei. Sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto ‘I numeri dell’imprenditoria toscana dai dati Asia 2016′, dove Asia è il Registro statistico delle imprese attive, elaborati dal settore ‘Sistema informativo di supporto alle decisioni. Ufficio regionale di Statistica’.

“La radiografia del sistema produttivo toscano derivante dal rapporto – commenta l’assessore regionale alle attività produttive Stefano Ciuoffo – aiuta a comprendere come indirizzare le politiche e conferma una visione ottimistica dell’economia toscana. Nel panorama imprenditoriale toscano le imprese con meno di 10 addetti sono oltre il 95%, ma la quota di unità sopra i 20 addetti, benché residuale (1,5%), eccede la media italiana. L’ossatura del sistema imprenditoriale regionale è quindi composta da piccole e piccolissime attività e questo si ripercuote anche sull’erogazione dei finanziamenti dei bandi regionali che, per l’80%, sono appannaggio di micro e pmi”.

Secondo il rapporto, costruzioni e commercio sono i settori con la quota maggiore di addetti indipendenti rispetto a quanto accade mediamente nelle altre regioni, mentre nel manifatturiero, servizi di informazione e comunicazione ed immobiliare è relativamente più frequente il ricorso a manodopera esterna. La percentuale di giovani under 30 è più alta nelle imprese con meno di 5 anni e nel turismo, con riferimento all’occupazione interna (dipendenti ed indipendenti), mentre con riferimento alla manodopera esterna, la loro percentuale è maggiore nel manifatturiero.