Consigli di lettura, Borgo Propizio e le Fiaboricette. Intervista a Loredana Limone

È stato un sogno, quello di tante donne, a diventare realtà in paese immaginario vicino alle emozioni dell’universo femminile, un “borgo” dal sapore antico e nello stesso tempo contemporaneo. Quel Borgo Propizio di Loredana Limone, pubblicato lo scorso anno, è diventato un cult per la generazione delle trentenni, una piacevole curiosità per le quarantenni, una […]

È stato un sogno, quello di tante donne, a diventare realtà in paese immaginario vicino alle emozioni dell’universo femminile, un “borgo” dal sapore antico e nello stesso tempo contemporaneo. Quel Borgo Propizio di Loredana Limone, pubblicato lo scorso anno, è diventato un cult per la generazione delle trentenni, una piacevole curiosità per le quarantenni, una gradita sorpresa per le cinquantenni e una scoperta per le ventenni. Il mondo delle donne (e non solo anche quello degli uomini) ha premiato il libro pubblicato da Guanda. Loredana Limone, poetessa e ex attrice di teatro sperimentale, si è dedicata prevalentemente alla narrativa per l’infanzia e torna in libreria con “Il fagiolo magico e altre fiaboricette” edizioni Sarnus.
Il libro racconta le scelte gastronomiche dei personaggi delle favole come Cenerentola, Pinocchio, Raperonzolo e così via. Ecco l’intervista con Loredana Limone.

D – Il fagiolo magico e altre fiaboricette (Sarnus) è stato ristampato da poco ed è un libro godibile da leggere non solo ai bambini, ma anche per gli adulti. Come è nata l’idea di abbinare le ricette ai personaggi delle fiabe?
limone 3R – Le fiabe contengono un messaggio morale, una sorta d’insegnamento di vita o semplicemente l’esempio degli eroi buoni che, dopo aver subito tante cattiverie e attraversato mille peripezie, riescono a veder trionfare la giustizia. Ciò colpisce l’immaginazione dei bambini che s’identificano nei personaggi. Un buon libro, già di per sé un buon pasto, può rendere particolarmente gustosi alcuni cibi (altrimenti considerati sgradevoli) se sono gli stessi che consumano principi, principesse, maghi, fate, burattini, eccetera, a cui faccio tirare fuori le doti culinarie, spalancando – spero! – nuovi orizzonti mangerecci che – (ri)spero! – accendano la curiosità nella gola dei piccoli lettori.
Il mio intento era spingere i bambini (principalmente quello che allora era il mio bambino e oggi un diciassettenne) a mangiare frutta e verdura. Se l’editore ha deciso per la ristampa, non tutto fu sbagliato.

D – Oggi si parla di ricette di cucina dovunque e spesso si sottovaluta l’importanza dell’alimentazione soprattutto nei giovani, l’abuso di certi alimenti e alcune abitudini portano all’obesità. Leggendo le fiaboricette non solo ci si diverte ad abbinare i personaggi delle favole ai gusti alimentari, ma si riscoprono alcuni alimenti “poveri”. La fiaboricetta può venire incontro ad una educazione alimentare?
R – Certo che sì. Molte scuole seguono un programma di educazione alimentare su queste basi. Dirò di più: una mia fiaba, che non rientra in questo libro, intitolata Ely e la pasta e piselli, è stata utilizzata nel 2009 dalla Lega Tumori di Pesaro nell’ambito del progetto “La salute vien imparando”. Chi vuole, può trovarla al seguente link: http://www.legatumori.pu.it/1/upload/progetto_la_salute_vien_imparando.pdf
Sì, come lei osserva, in genere sono i prodotti “poveri” della terra – ortaggi, verdure, legumi, frutta – a costituire il cibo quotidiano dei personaggi più infelici e sfortunati e affamati, che suscitano simpatia e tenerezza. Anzi, spesso alla base di una fiaba c’è addirittura la mancanza di cibo; sono frequenti i padri che non hanno di che sfamare i loro figlioli, le matrigne che ne vogliono l’allontanamento da casa, i mendicanti che elemosinano un pezzo di pane…

D – Il compito di uno scrittore è quello di raccontare. Nel suo libro Il fagiolo magico e altre fiaboricette, però c’è una forma di “interazione” con il lettore. Infatti, al termine delle storie e delle ricette, compaiono le pagine con “le tue fiaboricette” dove i lettori possono partecipare con i propri interventi di cucina. È una scelta sua? Quanto è importante lo scambio di informazioni tra appassionati di ricette di cucina?
R – È, diciamo così, prassi editoriale: anche un altro mio libro di fiabe ha delle pagine analoghe, ancorché non sia di ricette; è importante che il bambino rielabori ciò che ha letto e assimilato. In questo caso la vivida fantasia, ovvero il gusto personale potranno, se non creare, modificare qualche ricetta… naturalmente in  meglio.
Che gli appassionati di cucina si scambino ricette è importante quanto scambiarsi i commenti sui libri letti: è nutrimento per il cervello.

D – Lei non scrive solo di libri per ragazzi e di ricette di cucina, il suo Borgo Propizio (Guanda), un libro affascinante e coinvolgente, è quasi una fiaba per adulti dove il lettore si ritrova coinvolto e si sente parte di questa atmosfera. Ci sarà un seguito?
borgo 1R -Togliamo il quasi. Borgo Propizio è stato effettivamente definito una fiaba per adulti (d’altronde la mano è quella). Il seguito è già stato consegnato ed è in lavorazione, uscirà presso Salani (altra editrice GeMS) per un miglior posizionamento all’interno del gruppo; sul sito della mia agente si può leggere la sinossi: http://www.meucciagency.com/books.php?id=421. Tuttavia ci sarà anche una terza parte, perché si tratta di una trilogia.

D – Quale ruolo, secondo lei, ha oggi lo scrittore? In un momento di crisi come quello attuale, i libri possono aiutare a superare certe difficoltà?
R – Ritengo che lo scrittore abbia svariati ruoli: quello di far compagnia, far viaggiare, far distrarre, far conoscere. Far stare bene. Borgo Propizio è stato definito terapeutico per il suo messaggio positivo, perché fa credere in una seconda opportunità. Che c’è, per tutti, se solo sappiamo coglierla.
Ma lo scrittore ha una grandissima responsabilità: quella dell’onestà intellettuale. E da lettrice dico amaramente che, purtroppo, non sempre ce l’ha.

D – Lei ha vinto come esordiente la prima edizione del premio letterario Federico Fellini diventata Comoinrosa nel 2013. Cosa ha provato ottenendo questo riconoscimento?
R – Una grande emozione, ovviamente, come si può vedere dal video della serata: http://vimeo.com/53933154. Non ho mai vinto nella vita, ovvero ho spesso perso, anche cose e persone per me molto importanti, ricavandone amarezza e spine nel cuore. Ma ogni tanto la vita fa ammenda.
Devo, però, la vittoria principalmente ad Andrea Vitali che propose il libro al resto della giuria, la quale accettò di premiarlo.

D – In questi giorni ha concluso le presentazioni di Borgo Propizio e ha incontrato i lettori? Quanto sono importanti le presentazioni di libri per un autore? E quale è il suo rapporto con i lettori?
R – Sì, dopo una settantina di presentazioni Borgo Propizio si ferma e la sottoscritta si dedica anima e corpo alla scrittura della terza parte della trilogia (peraltro già a buon punto). Le presentazioni sono importanti ai fini commerciali e, quando si è esordienti, per farsi conoscere, ma reputo che siano il pane di ogni scrittore, nutrimento cerebrale, perché il confronto con i lettori e lo stimolo che questi offrono, è impagabile.
Il mio rapporto con i lettori, e menzionerei anche i relatori? Non potrei chiedere di più: in diversi casi sono nate delle amicizie che restano preziose.

D – Lei è un’attrice: questa sua attività l’ha aiutata nella scrittura, nel raccontare fiabe e storie?
R – Attrice è una parola grossa. Ben lontano dal recitare professionalmente, diciamo che da ragazza ho calcato le tavolacce polverose di teatrini d’avanguardia, dove si sperimentava molto, ma poi si facevano le mattinate nelle scuole con i soliti spettacoli per bambini. Che (non ci avevo mai pensato) hanno, forse sì, influenzato il mio diventare favolista… se così posso dirmi.
Di quell’esperienza mi è rimasta una lettura che presuntuosamente definisco scenica, con la quale leggo qualche stralcio alle presentazioni.

D – Ci saranno nuove “fiaboricette”?
R – Sarebbe divertente!