Commissione speciale Eni. La Giunta ha informato della tutela legale “per la verifica del Comune come parte civile”

CALENZANO – Incontro positivo “per la significativa convergenza tra le istituzioni su una dismissione del deposito e su una riconversione/riqualificazione complessiva dell’area su cui insiste il deposito”. Lo afferma il sindaco Giuseppe Carovani in un post sui social riferendosi alla riunione della commissione consiliare speciale sull’esplosione del deposito Eni che si è tenuta il 24 aprile […]

CALENZANO – Incontro positivo “per la significativa convergenza tra le istituzioni su una dismissione del deposito e su una riconversione/riqualificazione complessiva dell’area su cui insiste il deposito”. Lo afferma il sindaco Giuseppe Carovani in un post sui social riferendosi alla riunione della commissione consiliare speciale sull’esplosione del deposito Eni che si è tenuta il 24 aprile in Comune. Durante la commissione è stato fatto il punto sulla vicenda con le forze in Consiglio. Durante la commissione la Giunta ha informato della “tutela legale al fine di verificare le condizioni per la costituzione del Comune quale parte civile nel procedimento giudiziario che si attiverà dopo la chiusura delle indagini da parte della procura di Prato”. “Riteniamo infatti che sia imprescindibile che il Comune, – dice il sindaco – in quanto rappresentante di un territorio e di una comunità, da una vicenda così grave e dolorosa, pretenda un adeguato riconoscimento dei danni morali e di immagine subiti. Abbiamo convissuto per 60 anni con una bomba e le conseguenze di una gestione inadeguata di un impianto così pericoloso hanno travolto una intera comunità, generando non solo danni in un ampio raggio ma anche paura e preoccupazione per quello che e successo e per quello che sarebbe potuto succedere. Una condotta del deposito che ha colpevolmente reso possibile l’avverarsi dello scenario più improbabile. Anche per questo motivo quel deposito non può più stare lì, in un contesto urbanistico ormai totalmente incompatibile. Abbiamo subito una grave violenza, è stata tradito un rapporto di convivenza tra deposito e territorio durato oltre 60 anni basato anche sulla fiducia che tutto si svolgesse con le massime precauzioni”.

“Abbiamo informato la commissione della recente convocazione da parte della Regione Toscana – dice il sindaco – di una prima riunione tra le istituzioni (Regione, città Metropolitana e Comune) per coordinarsi in vista della prossima attivazione di un tavolo di confronto sul futuro dell’area che coinvolga anche ENI. L’incontro so è rivelato molto positivo, per la significativa convergenza tra le istituzioni su una dismissione del deposito e su una riconversione/riqualificazione complessiva dell’area su cui insiste il deposito. Si è inoltre informata la commissione della recentissima trasmissione da parte di Eni del piano di caratterizzazione relativamente all’area del deposito, per il potenziale rischio di inquinamento collegati all’evento alluvionale dello scorso 14 marzo, allorquando l’area del deposito si è allagata e sono state segnalate la presenza di macchie oleose probabilmente di idrocarburi”. Il Comune di Calenzano ha scritto alla Regione e ad Eni richiedendo che il piano di caratterizzazione dei rischi di danno ambientale sia comprensivo anche del potenziale inquinamento conseguente all’esplosione dello scorso 9 dicembre, chiedendo alla Regione Toscana la convocazione dell’apposita conferenza dei servizi. “È stato ribadita la nostra forte preoccupazione per il potenziale danno ambientale per sversamenti di idrocarburi e delle sostanze utilizzate per lo spegnimento dell’incendio – prosegue il sindaco – che possono avere interessato i corsi d’acqua superficiali, come il fosso Tomerello, il terreno circostante e la falda acquifera. Purtroppo a distanza di oltre 4 mesi, ci sembra che, con la giustificazione del sequestro dell’area da parte dell’autorità giudiziaria, Eni non abbia ancora messo a punto interventi efficaci di controllo delle matrici ambientali e di contenimento del potenziale inquinamento dovuti al disastro. Con il passare del tempo la possibilità che l’inquinamento possa diffondersi aumentano e diminuisce l’efficacia delle azioni di contrasto e contenimento del potenziale danno ambientale”.

E’ stato poi affrontato il tema dei risarcimenti. “Per quello che sappiamo, Eni con la propria assicurazione sta procedendo a alla liquidazione delle richieste di cittadini e imprese che hanno subito danni  agli edifici e alle attività. – dice il primo cittadino –  Ci è stato inoltre riferito che sono in corso interlocuzioni con i legali delle famiglie delle vittime e dei feriti per arrivare a definire accordi di risarcimento anche nei loro confronti. Sono inoltre in via di definizione anche le perizie di stima per il risarcimento dei danni subiti dal Palazzetto dello sport, dalla Piscina comunale e dallo stadio Paolo Magnolfi, impianti per i quali vi è già un accordo di massima sui danni e sui lavori da eseguire”. Il sindaco ha ricordato che ora “bisogna disegnare un destino diverso per questa parte del nostro territorio nell’ambito di un progetto di riqualificazione complessiva di tutta l’area, che investe non solo l’area Eni, ma anche la zona sportiva al di qua della ferrovia e la stessa stazione del Pratignone. Un’area dedicata per 60 anni all’energia fossile può essere convertita in un’area che guarda ad un futuro legato alla transizione energetica che dovremo necessariamente affrontare. ENI è un player mondiale che ha programmato 27 miliardi di investimenti nei prossimi anni per le energie rinnovabili. Ebbene sì cominci da Calenzano chiudendo una volta per tutte questa brutta pagina nella storia della nostra comunità e del nostro territorio”.