CARMIGNANO – Giovedì sera, con una sentita cerimonia, è stato ricordato il giovanissimo partigiano Sergio Sorri, medaglia di bronzo al valor militare. Era il 6 giugno 1944: Sergio Sorri, “Comeana” il suo nome di battaglia omaggio al paese d’origine era insieme a due compagni della formazione partigiana “Mannino Magni”, che operò in quel periodo sulle montagne pistoiesi, Leo Innocenti e Natale Tamburini. Sergio era di pattuglia sulla Firenze-Mare: tutti e tre persero la vita in un’azione di disturbo contro automezzi tedeschi. Sergio aveva appena 19 anni “ed un grande desiderio di libertà”, come recita l’incipit della sua storia che i 7 ragazzi del consiglio comunale hanno letto davanti allo Spazio Giovani, durante la cerimonia, alla presenza del sindaco Edoardo Prestanti, dell’assessore alla cultura Maria Cristina Monni e del presidente della sezione Anpi di Carmignano David Desideri, che ha dato il via alle celebrazioni per l’80° anniversario dalla morte dei fratelli Bogardo e Alighiero Buricchi, Ariodante Naldi e Bruno Spinelli, caduti l’11 giugno 1944 a Poggio alla Malva, in un atto di sabotaggio contro un treno tedesco.
E’ stata una cerimonia partecipata ed emozionante, “diversa dal solito e che, a differenza degli altri anni – ha spiegato l’assessore Monni – non si è svolta di pomeriggio al cimitero di Comeana, ma di notte, in piazza, per la consegna di uno stendardo-insegna con una grafica densa di significato, progettato e realizzato dai circoli arci di Comeana, Carmignano e Poggio alla Malva appositamente per ricordare Sergio Sorri. Una cerimonia preceduta dalla deposizione di una corona al monumento ai Caduti di piazza Cesare Battisti, per mano degli Alpini e accompagnata dai Gonfaloni del Comune e del Comitato 11 Giugno di Poggio alla Malva”.
Nel bel ricordo di David Desideri, Sergio avrebbe compiuto, in agosto, 100 anni. Una ricorrenza, quindi, non evocata a caso: proprio cento anni fa, il 10 giugno 1924, venne assassinato dal fascismo il deputato socialista Giacomo Matteotti. Assassinio da cui ha preso spunto il sindaco Prestanti nel suo commosso saluto: “Matteotti nel suo celebre discorso alla Camera del 30 maggio svelò la natura del fascismo: un regime di violenza e di sopraffazione. E furono proprio i giovani, quei giovani su cui la dittatura intendeva fondare il suo successo, a ribellarsi, a scoprire il valore di quella libertà che non avevano mai conosciuto”. “A me – ha concluso il sindaco – nell’andare con la memoria a quei lontani drammatici giorni, ha sempre colpito un aspetto: la forza di una generazione che seppe ribellarsi al fascismo, contribuendo al suo abbattimento. Ed è la ragione perché ci ritroviamo qui stasera, con i ragazzi del consiglio comunale, proprio perché abbiamo voluto iniziare le celebrazioni dell’11 giugno a partire dai giovani e in mezzo ai giovani”.


