CALENZANO – Quando si dice i casi della vita. Quella vita che spesso non ti sorride molto, almeno nel presente, ma che in passato ti ha regalato e ci ha regalato tante soddisfazioni. Il 1 marzo vieni a sapere che un uomo è deceduto a Calenzano, che sono dovuti intervenire i Vigili del fuoco perché la morte lo ha colto all’improvviso, fra le mura di casa. Ma la cosa finisce lì, non vai oltre, pur lavorando quotidianamente nella Piana, per rispetto, quasi per pudore nei confronti di quello che viene fatto passare come un dramma della solitudine. Passa poco più di un mese e, all’improvviso, scopri che quella persona la conoscevi bene e che insieme (anche) a lui avevi passato tanti momenti spensierati della tua adolescenza. Parte il tam tam dei vecchi amici, tutti unitalsiani, il nastro si riavvolge. Un po’ sorridi un po’ ti emozioni: sì, é Renato. L’Impruneta, dove il suo viaggio è partito, e Calenzano, l’ultima tappa. Nel mezzo tante vicende sulle quali non vogliamo soffermarci. Vogliamo, anzi voglio ricordare alcuni momenti di quello che è stato. Ed è stato bellissimo: Talente, il Ggu, l’Unitalsi, Lourdes, la nostra gioventù, un gruppo, il Gruppo giovanile Unitalsi, che era una famiglia. E come succede nelle migliori famiglie quello che è emerso è un ricordo denso di emozioni. Basta aprire Facebook. Leggi un post e ti sembra di rivivere quei momenti. E, per un attimo, torna il sorriso. Magari non è spensierato ma è un sorriso. Grazie a Renato che ora sta facendo l’ultimo pellegrinaggio nel cimitero di Carraia, frazione di Calenzano, il Comune che lo aveva accolto. Chi volesse salutarlo sa dove andare. O magari preferisce “immaginarlo” ancora davanti ai fornelli a Talente. Quella località fra Cerbaia e San Casciano in cui si svolgeva qualcosa che definire soggiorni estivi con ragazzi e disabili è perfino riduttivo. Per noi erano i “turni. Punto. E come vorrei che chiunque legge queste poche righe e non sa cosa fosse Talente, potesse “respirare” , anche solo per un attimo, quei momenti. Ciao Renato.
