Calenzano: il caso Sirti analizzato in Provincia

CALENZANO –  L’assessore al LAvoro della Provincia di Firenze Elisa Simoni esprime preoccupazione per un settore come quello delle telecomunicazioni che è fondamentale e che necessita di investimenti. L’assessore, rispondendo a due domande d’attualità dei gruppi di Rifondazione comunista e della Lega Nord, ha ricostruito la vicenda della Sirti, un’azienda di servizi a livello nazionale, […]

CALENZANO –  L’assessore al LAvoro della Provincia di Firenze Elisa Simoni esprime preoccupazione per un settore come quello delle telecomunicazioni che è fondamentale e che necessita di investimenti. L’assessore, rispondendo a due domande d’attualità dei gruppi di Rifondazione comunista e della Lega Nord, ha ricostruito la vicenda della Sirti, un’azienda di servizi a livello nazionale, fondata a Milano nel 1921, impegnata nei settori Telecomunicazioni, trasporti, energia e impianti tecnologici e occupa oltre 4 mila addetti (dei quali 110 in Toscana nelle sedi di Pisa, San Vincenzo e Calenzano. A seguito degli nanunci di riduzione dei posti di lavoro da parte dell’azienda, in tutta Italia i lavoratori del gruppo hanno dato vita ad alcune iniziative di protesta.
“L’azienda dopo la straordinaria mobilitazione dei lavoratori sarebbe disposta a mettersi a un tavolo senza scegliere la modalità classica del licenziamento”, ha commentato il consigliere di Rifondazione Andrea Calò che con il consigliere Lorenzo Verdi ha presentato una nuova domanda d’attualità. Il 24 maggio a Milano si incontrano le parti sociali con i vertici dell’azienda. Rifondazione Comunista “a sostegno della vertenza chiede alle amministrazioni locali di qualificare le proprie iniziative per contrastare il massacro sociale”.
Per Marco Cordone (Lega Nord) è importante che finalmente la controparte aziendale sia disposta a sedersi a un tavolo di trattative, “cercando di non forzare sugli iniqui provvedimenti del governo Monti. Continueremo a monitorare la vertenza e auspichiamo che dal tavolo del 24 maggio scaturisca la possibilità di mantenere i posti di lavoro, senza rifugiarsi nell’applicazione degli ammortizzatori sociali che sono sempre un ripiego”.