CALENZANO – Io c’ero, quarant’anni fa quando l’allora Pci di Calenzano lanciò una sfida a tutti: spostare la Festa dell’Unità dalla rassicurante area della Casa del popolo al Donnini in un posto in mezzo al nulla a Legri. O, meglio, in un campo sperduto lungo la strada per Legri.
All’epoca la prima festa si svolse su una parte del campo dove adeso viene allestito il palco centrale. C’erano una roulotte, un paio di stand dove mangiare il tortellino e la salsiccia arrostita piatti tipici delle Feste del Pci di allora. Il ricordo principale è che fosse freddo. Strano ma vero a luglio alla festa faceva freddo. Quella scomemssa ha poi partorito un grande fenomeno, non importa quanto le casse del Pci (poi Pds, Ds e adesso Pd) possano impinguarsi con quella festa, il dato saliente è che il volontariato che si coagula (da un anno all’altro) attorno la festa di Legri rappresenta qualcosa di più di un semplice “stare insieme”. Quel volontariato, il lavoro comune gomito a gomito (prima, durante e dopo la festa) rappresenta un momento di sintesi, di confronto e dialogo politico perché i volontari fanno politica attiva stando insieme, confrontandosi e discutendo. Il loro sudore contribuisce anche a capire che cos’abbia in testa il cittadino, l’uomo della strada che contribuisce anche all’azione politica dell’attuale Pd. Un’esperienza unica non solo nella Piana ma un po’ ovunque. Un’esperienza che andrebbe esportata ovunque (geograficamente e politicamente parlando).
L’edizione di quest’anno inizierà il 29 giugno e si concluderà il 29 luglio. E allora “Allegri a Legri” per i primi quarant’anni di questa festa.
D. C.