“Avori principeschi”, domani l’inaugurazione della mostra al Museo archeologico di Artimino

CARMIGNANO – Si inaugura domani, sabato 15 giugno, alle 17.30, al Museo archeologico di Artimino la mostra “Avori principeschi. Il corredo del tumulo etrusco di Montefortini: nuovi restauri”, che presenta il restauro degli oggetti in avorio del tumulo principesco di Montefortini di Comeana, realizzato sulla base di un progetto sostenuto dal Comune di Carmignano e […]

CARMIGNANO – Si inaugura domani, sabato 15 giugno, alle 17.30, al Museo archeologico di Artimino la mostra “Avori principeschi. Il corredo del tumulo etrusco di Montefortini: nuovi restauri”, che presenta il restauro degli oggetti in avorio del tumulo principesco di Montefortini di Comeana, realizzato sulla base di un progetto sostenuto dal Comune di Carmignano e dalla Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio di Firenze, Pistoia e Prato, con un importante contributo finanziario dell’Ufficio federale della Cultura della Confederazione Svizzera, nonché della Regione per la mostra. Il progetto scientifico e la mostra sono stati curati da Maria Chiara Bettini (Museo Archeologico di Artimino) e Massimo Tarantini (Sabap-Firenze), l’allestimento e il progetto grafico si devono all’architetto Alessandro Nocentini. Il restauro, invece, è stato realizzato da Laura Benucci e Agnese La Torrata per la ditta Atlante di Grosseto, con la consulenza amichevole di Franco Cecchi, già restauratore capo Sabap-Firenze, mentre il gruppo El.En. ha messo a disposizione un laser per alcuni interventi mirati. Numerosi sono i professionisti che sono stati coinvolti per condurre le analisi sui materiali e realizzare la necessaria documentazione grafica e fotografica, nonché per la produzione di un video artistico appositamente realizzato per la mostra. La mostra, fino al novembre 2024, avrà gli stessi orari di apertura e chiusura del Museo: sabato e domenica 9.30-13.30, 15-18; lunedì, martedì, giovedì,
venerdì 9.30-13.30.

Gli oggetti d’avorio erano tra i beni suntuari maggiormente ricercati dalle corti del vicino Oriente, dove sono stati ritrovati per lo più nelle stanze dei palazzi reali; in Grecia gli avori più pregiati e più numerosi sono stati rinvenuti nei santuari, mentre in Etruria li ritroviamo principalmente in pochi grandi monumenti funerari del periodo “orientalizzante” (VII secolo avanti Cristo): per le élite principesche qui sepolte questi manufatti, decorati perlopiù con motivi di tradizione vicino-orientale e greca, erano un chiaro strumento di ostentazione del proprio status sociale. Tra questi monumenti si distingue il tumulo principesco di Montefortini per la quantità eccezionale di oggetti d’avorio restituiti dalla tomba a tholos.

Per la mostra è stata operata una larga scelta tra i materiali recentemente restaurati, rappresentativi delle diverse categorie di oggetti: circa ottanta piccoli grandi capolavori, tra i quali placchette intagliate che – insieme ad altre già esposte nel Museo – dovevano rivestire un sontuoso elemento d’arredo, e altre placchette di dimensioni minori sia incise che a bassorilievo, immanicature e pissidi incise e a rilievo decorate con teorie di animali fantastici e reali, caratteristici dell’imagerie orientalizzante, ma anche con una nuova significativa testimonianza rapportabile alla saga di Odisseo che nel VII secolo avanti Cristo doveva già circolare anche in Etruria; infine statuette e testine d’avorio e animali fantastici e reali a tuttotondo. “Per Carmignano – dichiara l’assessore alla cultura Maria Cristina Monni – un’altra occasione per dare visibilità e lucentezza ad un passato che è sempre vivo e attuale. E’ una mostra di grande significato e di grande livello, per la qualità degli oggetti presentati”.