SIGNA – “Le politiche tributarie del Comune di Singa sono da sempre coerenti. Vuoi pagare ma hai qualche difficoltà: il Comune ti viene incontro. Perseveri nell’evasione: si passa al recupero coatto”: replica così l’assessore al bilancio del Comune di Signa, Gabriele Scalini, alle critiche mosse da Uniti per Signa. “Il Comune di Signa ha un problema annoso sul lato entrate – aggiunge – e, consapevoli di questo, l’amministrazione ha affrontato la questione con il massimo impegno. In questi anni è stato fatto un lavoro per rendere compatibile la banca dati dell’anagrafe con quella della tari al fine di eseguire incroci periodici in maniera automatica. Abbiamo costituito un ufficio entrate: le assunzioni si sono compiute all’inizio dell’autunno ed entrerà a pieno regime il prossimo anno”.
“Dopo di che – spiega – abbiamo posto la nostra attenzione sulla riscossione: prevalentemente gli accertamenti riguardano situazioni di 4 o 5 anni fa, su questi viene inviata una cartella ai cittadini che in alcuni casi possono documentare la correttezza delle loro azioni e, di conseguenza, la pratica viene chiusa. Altrimenti, accertata l’evasione, il cittadino deve corrispondere la cifra non versata con l’aggiunta di mora e interessi. A questo punto c’è una biforcazione: una parte riconosce l’errore e inizia a risarcire, anche rateizzando, quanto dovuto. Per gli altri invece si ricorre al recupero coattivo. L’aumento delle rate deliberato in consiglio riguarda quindi cifre cartolarizzate 5 o più anni fa di persone che si sono dimostrate disponibili a restituire mancati versamenti. Tutto questo nulla c’entra con la tassazione attuale”.
“Il principio è semplice. Se mostri buona volontà, – conclude – il Comune cerca di venirti incontro; perseveri nell’evasione il Comune passa al recupero coatto. Ma gli strafalcioni dell’opposizione non si limitano a questo caso. Purtroppo vengono sempre più spesso elencati numeri che nulla c’entrano con la relatà: il più eclatante è l’affermazione secondo la quale i turni dei pulmini farebbero perdere 5.000 ore all’anno alle maestre quando la media delle ore di una classe primaria a tempo pieno in un anno è di circa 1.400 ore. Il confronto di posizioni è sempre proficuo ma la polemica fine a se stessa è sterile”.