FIRENZE – “Mi sono incontrato con il ministro Toninelli e gli ho esposto la situazione delle infrastrutture toscane. Lo ringrazio per avermi ascoltato e adesso propongo di creare un tavolo comune tra Governo, Regione e istituzioni locali per far partire prima possibile le grandi opere pubbliche infrastrutturali”. E’ questo uno dei due principali appelli lanciati dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, nel corso del suo intervento, questa mattina al Teatro del Maggio, all’assemblea annuale di Confindustria Firenze. “Lavoriamo insieme per l’interesse generale – ha precisato Rossi – e per il futuro della Toscana. Abbiamo necessità di sbloccare i cantieri, di accelerare le realizzazioni perché stiamo parlando di miliardi di investimenti fermi. Perché si tratta della possibilità di creare lavoro e occupazione”. Infine, al termine del suo intervento, il presidente Rossi ha lanciato la sua seconda proposta. Giudicando un errore l’attacco ai corpi intermedi che invece giudica indispensabili, il presidente è contrario al ritiro delle aziende pubbliche da Confindustria: “Se l’associazione tra le imprese lo vorrà, proporrà alle aziende sanitarie toscane di entrare in Confindustria. Le nostre aziende sanitarie hanno bilanci certificati e il loro ingresso in Confindustria può rappresentare un importante confronto tra manager privati e manager pubblici”.
Il presidente della Regione ha dichiarato che è necessario puntare su ricerca, istruzione, università: “Investire significa creare occupazione e combattere la povertà. Serve un piano da 7 miliardi di euro in 4 anni, cioè il Piano contro la povertà che ha proposto l’Alleanza per il suo contrasto stretta tra Arci, Acli, Caritas e sindacati. L’Italia è tuttora uno dei pochi Paesi in Europa a non prevedere un reddito minimo per chi perde il lavoro e per chi è disoccupato da lungo tempo. E’ anche per loro che occorre investire di più”. Rossi non ha mancato inoltre di sottolineare l’importanza di realizzare le opere pubbliche di cui la Toscana ha bisogno, dalla Tirrenica alle terze corsie sulla A1 e sulla A11, il sottoattraversamento ferroviario di Firenze “senza il quale la stazione di Santa Maria Novella si ingolfa e a rimetterci sono i pendolari, gli studenti, le partite Iva” per poi sottolineare come “la nuova pista dell’aeroporto di Peretola sia essenziale per Firenze e per tutta la Toscana e rappresenta un adeguamento del livello di sicurezza di quello scalo e delle frazioni situate intorno. Una Peretola rinnovata serve alla ricerca, all’università all’industria più che al turismo. Ha una funzione produttiva. Firenze deve restare in sinergia con Pisa, vero scalo turistico della Toscana, una regione che anche con la nuova pista sarà al di sotto delle sue potenzialità di sviluppo aeroportuale”.