“Alla salute” con un bicchiere di “Sanforte”: vitigno autoctono raro sviluppato nei vigneti dell’azienda agricola Piandaccoli

LASTRA A SIGNA – Per fortuna, in questa complessa fase storica, ci sono anche delle belle storie da raccontare. Storie che dimostrano ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, quante eccellenze ci siano nei nostri territori. Per scoprire di cosa si tratta sarebbe sufficiente aprire il sito Internet dell’azienda di cui sto per parlarvi […]

LASTRA A SIGNA – Per fortuna, in questa complessa fase storica, ci sono anche delle belle storie da raccontare. Storie che dimostrano ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, quante eccellenze ci siano nei nostri territori. Per scoprire di cosa si tratta sarebbe sufficiente aprire il sito Internet dell’azienda di cui sto per parlarvi (www.piandaccoliwine.com) e leggere le parole del suo titolare, Giampaolo Bruni: “Il mio sogno si è avverato a Piandaccoli”. La storia, infatti, è quella dell’azienda agricola Piandaccoli, che ha la propria sede operativa a Calenzano, in via Paganelle, e che sulle colline di Lastra a Signa, a Malmantile, ha scoperto – e lavorato – un vitigno autoctono raro, sviluppato appunto nei propri vigneti. Già, perché come si legge sempre sulla home page del sito dell’azienda, “la riscoperta e vinificazione dei vitigni autoctoni del Rinascimento si è compiuta e continua ogni anno ad arricchirsi”. E, guardando proprio in questa direzione, un ettaro di Sanforte è finalmente pronto per la vinificazione, importante traguardo per la salvaguardia di un vitigno toscano a rischio di estinzione. Il Sanforte, – questo il nome del vitigno – grazie al lavoro svolto dall’azienda agricola Piandaccoli, torna a far parte quindi della gloriosa tradizione vitivinicola toscana. Solo recentemente, grazie a studi genetici approfonditi, è emerso che il “Sangiovese Forte / Sanforte” in realtà nulla ha in comune con il Sangiovese, ma si connota di caratteristiche proprie del tutto eccezionali. Un vitigno che ha ritrovato la propria identità all’interno del Registro Nazionale delle Varietà di Vite solo nel 2007 e la cui presenza in Toscana è così sporadica, da essere considerato dalla Regione Toscana tra le varietà a rischio di estinzione. Giampaolo Bruni, proprietario e presidente dell’azienda agricola Piandaccoli, si è dedicato a questa novità con entusiasmo: “Un ettaro di Sanforte nei nostri vigneti è emozionante: da anni lavoriamo per ridare valore a varietà colturali rare in collaborazione con l’Università di Firenze e siamo felici di poter approfondire la conoscenza di questa varietà. Dalle prime esperienze, il Sanforte dà vini con un alto grado alcolico bilanciato da un’ottima acidità e una buona struttura. Siamo senza dubbio davanti a un vitigno di grande valore, di cui vogliamo esaltare tutta la potenzialità”. La riscoperta di questa varietà si inserisce perfettamente nel progetto di recupero dei rari vitigni autoctoni toscani portato avanti fin dal 2004 all’interno della Tenuta Piandaccoli. E il Sanforte andrà nei prossimi anni ad affiancare la produzione di Foglia Tonda, Pugnitello, Mammolo e Barsaglina vinificati e imbottigliati in purezza. Piccole produzioni di eccellenza che puntano alla salvaguardia della bio-diversità del nostro territorio. Non a caso, la tenuta si definisce come “uno scorcio di paradiso tra le colline della Toscana rinascimentale”. Quel “Rinascimento”, l’ho scritto all’inizio del “pezzo” ma lo ripeto anche a conclusione, di cui tutti adesso abbiamo bisogno. Prosit!