SIGNA – Potremmo definirle “Le storie della domenica”, quelle che ci consentono di mettere “in vetrina” chi nella Piana è protagonista per motivi diversi. La prima che ci piace raccontare è quella di Adamo Pruneti, un negozio di fiori come lavoro, il podismo la sua grande passione dopo aver chiuso con il calcio. Se avete una segnalazione da farci, un cittadino di cui parlare scrivete i vostri suggerimenti a redazione@piananotizie.it, noi metteremo nero su bianco.
Adamo Pruneti ti accoglie tra il profumo e il colore dei suoi fiori, nel negozio a due passi dal centro storico di Signa, in via Roma. con il sorriso di chi ha portato in fondo una piccola impresa. Tre ore, nove minuti e cinque secondi di fatica, sofferenza, sorrisi e gioia che hanno portato Adamo a suggellare il suo sogno, la Maratona di New York. Un sogno iniziato sette anni fa, quando all’età di 40 anni, un infortunio al menisco mise un punto alla carriera di calciatore e dette inizio a quella da podista. La passione scoppiò improvvisa: cinque chilometri, dieci, quindici, venti e poi lei, la regina delle corse, la maratona. 42,195 chilometri, quanta era la distanza fra Atene e la spiaggia di Maratona. Durante l’anno passato, a Ferrara ha chiuso la sua corsa con un tempo strabiliante (2 ore e 59 minuti) che ha permesso ad Adamo di arrivare a New York e partire nel primo scaglione di podisti. Dopo Ferrara, infatti, la decisione del fioraio signese di partecipare a quella che è la regina delle maratone, lo ha portato a seguire un regime di dieta e allenamenti molto ferreo. Il sogno di Adamo, il richiamo della Grande Mela, che nei giorni precedenti alla gara lo ha portato a girovagare per la città stancandosi forse un po’ troppo. “Sono soddisfatto comunque del risultato, questo non è il mio tempo migliore, ma non si poteva dire di no a New York. Una città che ti prende e ti porta a spasso per mano. Sono comunque arrivato nei primi 1.500 su 60.000 partecipanti”. Durante la gara solo degli acciacchi fisici lo hanno fatto rallentare, perché fino al 33° chilometro era in linea con il suo tempo migliore. “La maratona ti proietta in un’altra realtà dove tutti sono uguali, non esiste né primo né ultimo. Non corri per te, corri per i newyorkesi, come mi hanno detto fermandomi per strada. Tutti sono della star, tanto che nei giorni successivi, con al collo la medaglia di chi ha completato la maratona i passanti ti chiedono una foto ricordo”. E ancora: “Il giorno della maratona è un giorno speciale, ti svegli alle 4 del mattino e dopo quaranta minuti di metropolitana arrivi a prendere il traghetto che ti porterà a Staten Island insieme a migliaia di persone arrivate lì per un solo motivo, tagliare il traguardo. L’attesa è tanta, circa tre ore, dove c’è chi ascolta la musica, chi legge e chi dorme come per la strada come me. Perchè in fondo per fare la maratona bisogna essere un po’ pazzi. Poi l’inno, lo sparo e le strade di New York che ti si aprono davanti fra due ali di persone che fino all’ultimo metro sono lì a incitarti”. Della sua corsa, Adamo racconta uno dei momenti più belli vissuti: “Alla curva del ponte di Queensborough, appena scollinato, fra migliaia di persone che urlano ho visto le facce dei miei figli Gabriele e Paolo, quella di mio nipote Edoardo e quella delle mie sorelle Cinzia e Nicla e di Stefano, che erano lì per me”. In questa impresa Adamo vuole ringraziare oltre alla sua famiglia, anche l’Atletica Signa e soprattutto “Gli sgrassati”, il gruppo di amici con cui va da sempre a macinare chilometri. Dopo tanta fatica e tanto sudore per Adamo è arrivato il momento di dire basta alla maratona. E per questo si è già iscritto alla maratona di Firenze…
Dario Baldi