A Ovest di Tindouf. Al muro della vergogna (3)

TICHLA – Oggi, alle prime luci del mattino, siamo partiti per unirci ad una manifestazione pacifica organizzata dal popolo Saharawi che si è svolta lungo il ‘Muro della vergogna’, in compagnia di un gruppo di spagnoli in visita ai campi come noi. Questo muro di sabbia è stato costruito dal Marocco negli anni ‘80 e divide […]

TICHLA – Oggi, alle prime luci del mattino, siamo partiti per unirci ad una manifestazione pacifica organizzata dal popolo Saharawi che si è svolta lungo il ‘Muro della vergogna’, in compagnia di un gruppo di spagnoli in visita ai campi come noi. Questo muro di sabbia è stato costruito dal Marocco negli anni ‘80 e divide per oltre 2720 km i territori occupati da quelli liberati. Nonostante il viaggio da Tichla fino al confine dell’Algeria sia stato più lungo e difficoltoso del previsto a causa dei numerosi posti di blocco algerini, siamo poi stati ripagati dall’affascinante paesaggio che abbiamo avuto l’opportunità di ammirare dalle jeep.
Infatti, una volta superato il confine algerino, si è aperto davanti ai nostri occhi l’immenso deserto del Sahara Occidentale, che ci ha stupito per tutta la durata del tragitto. Nei pressi del muro ci aspettava un gruppo di giovani Saharawi che avevano precedentemente tracciato un percorso da seguire a causa della grande quantità di mine disseminate dal Marocco nelle zone circostanti. È stata una grande emozione vedere con quanta determinazione i ragazzi hanno manifestato contro il muro e contro i soldati per ribadire ancora una volta i loro diritti ai Marocchini. Siamo rimasti particolarmente toccati quando tre Saharawi si sono avvicinati alla recinzione che circonda il muro sventolando la bandiera della Rasd (Repubblica Araba Saharawi Democratica) chiedendo a gran voce la libertà.
Gli spagnoli stessi, sentendosi in parte responsabili per gli errori del proprio governo e del Marocco, si sono uniti alla protesta gridando ‘Marocco colpevole, Spagna responsabile’.
Mentre tornavamo, ancora impressionati dalla vastità del paesaggio, ci siamo chiesti come facesse Dah, il nostro autista, ad orientarsi così bene in questo territorio all’apparenza tutto uguale; la sua risposta è stata:’ tutti i Saharawi conoscono la loro terra’.
Gaia Vizzutti, Rebecca Guerrini, Lisa Chirico
Liceo Agnoletti