D’Elia (M5s): “Il Pd si astenga dal giudicare i miei interventi”

CALENZANO – Il consigliere del Movimento cinquestelle Americo D’Elia, con un comunicato che fa seguito alla presa di posizione di Maria Arena (capogruppo Pd) relativamente alla mozione del consigliere di opposizione sui lavori pubblici giudicato, dall’esponente di maggiroanza, un lavoro “abborracciato”. D’Elia replica invitando il Pd “e il suo capogruppo ad astenersi dal rilasciare interviste […]

CALENZANO – Il consigliere del Movimento cinquestelle Americo D’Elia, con un comunicato che fa seguito alla presa di posizione di Maria Arena (capogruppo Pd) relativamente alla mozione del consigliere di opposizione sui lavori pubblici giudicato, dall’esponente di maggiroanza, un lavoro “abborracciato”.
D’Elia replica invitando il Pd “e il suo capogruppo ad astenersi dal rilasciare interviste sul mio lavoro istituzionale nel comune di Calenzano giusto o sbagliato che sia, questo spetta solo ai calenzanesi, non certamente al Pd ed ai suoi consiglieri, che hanno ben altri problemi a cui interessarsi”. A tal proposito D’Alia, citando il celebre libro di Marcello D’Orta “Io speriam oche me lacavo”, definisce il Pd “sgarrupato”.
D’Elia critica l’atteggiamento “di un partito che governa qui da sempre e che vorrebbe gli venisse chiesto il permesso prima di parlare” ma il comunismo non c’è più ma “questi signori come al solito non perdono il vizio di mischiare il sacro con il profano”.
Il consigliere del Movimento cinquestelle, carabiniere di professione, si dice offeso per le illazioni fatte sulla sua condotta tra i regolamenti delle istituzioni e invita il capogruppo dle Pd “di dire chiaramente che io non sono degno di vestire la divisa, dalle sue parole non si evince altro, perché ho il coraggiodi dire quello che succede da anni a Calenzano amministrato sempre dai soliti noti”.
Con il suo comunicato, Americo D’Elia spiega con dovizia di particoalri il compito che deve svolgere un eletto dai cittadini e critica Maria Arena per essersi inserita in un dibattito, destinato all’aula consiliare, solo per scopi politici suoi personali.