Cappello di paglia, una mostra dagli archivi della ditta Franceschini

SIGNA – Il cappello di paglia di Signa protagonista di una mostra per festeggiare il trecentesimo compleanno dell’oggetto che ha reso la cittadina famosa nel mondo. Sabato 8 novembre, alle 11 verrà inaugurata in sala dell’Affresco, in Comune, la mostra dei documenti della ditta Franceschini (1820-1932) e alle 12 una galleria fotografica di “Immagini inedite, trecce, macchine e […]

SIGNA – Il cappello di paglia di Signa protagonista di una mostra per festeggiare il trecentesimo compleanno dell’oggetto che ha reso la cittadina famosa nel mondo. Sabato 8 novembre, alle 11 verrà inaugurata in sala dell’Affresco, in Comune, la mostra dei documenti della ditta Franceschini (1820-1932) e alle 12 una galleria fotografica di “Immagini inedite, trecce, macchine e cappelli” nella ex caserma di via Mazzini.

La mostra è promossa dal museo della paglia e dell’intreccio Domenico Michelacci di Signa nell’ambito dei festeggiamenti per il trecentesimo anniversario della fondazione dell’industria della paglia ed inserita nel progetto Regione Toscana 2014 “Musei di qualità al servizio dei visitatori e delle comunità locali”.
La mostra si articola in due sedi: nella sala dell’Affresco del Comune di Signa, sono esposti i documenti dell’archivio della ditta (da lunedì a venerdì: 9-13 martedì e giovedì anche 15-17) e nella ex Caserma dei Carabinieri di Signa in Via Mazzini, 5 sono esposte le fotografie realizzate per il centenario della fabbrica nel 1920 raffiguranti le varie fasi di lavorazione (venerdì 10-13, sabato e domenica ore 10-13 e 16-19). Saranno esibiti anche materiali e macchinari prestati da collezionisti privati ed aziende del settore e cappelli di paglia. Hanno collaborato all’iniziativa il Comune di Signa, il Gruppo Archeologico Signese, il Centro Signa Arti e Mestieri (CIMA), Maurizio Catolfi e Silvia Melloni.

La Ditta Franceschini nasce a San Piero a Ponti (Signa) intorno al 1820. Antonio Franceschini inizia l’attività prendendo in affitto dei terreni per seminarci la paglia da rivendere a negozianti e consumatori e successivamente iniziando a far fare trecce e fabbricare cappelli. Con il figlio Pietro sviluppa l’attività acquistando e rivendendo delle piccole partite di capelli a Empoli e di trecce a Prato che verranno poi esportate anche in Francia dove la ditta acquisisce grande reputazione di serietà e affidabilità. Nella seconda metà dell’Ottocento l’espansione commerciale si estende anche in tutta Europa ed in America e Pietro inizia ad ingrandire i locali della fabbrica. Con l’ingresso in azienda del figlio Maurizio, coadiuvato più tardi dal figlio Pietro Antonio, si amplia l’attività con il commercio di trecce e cappelli esotici e la costruzione di un grande impianto di imbianchimento della paglia. Nel periodo di massima espansione in fabbrica lavorano circa 120 operai e vi sono rappresentanti in tutto il mondo. Con la crisi del ’29 arrivano il declino e la successiva messa in liquidazione nel 1932. L’archivio della ditta viene conservato quasi integro dagli eredi Franceschini. Nel 1999 è dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza Archivistica per la Toscana. Esso comprende anche numerose fotografie scattate in occasione del centenario della ditta nel 1920 che documentano le fasi di lavorazione e di commercializzazione della paglia e dei cappelli nello stabilimento di San Piero a Ponti.

Oltre alla mostra, il 21 novembre, nella Salablù in via degli Alberti a Signa, verrà presentato anche il volume edito da Polistampa, “La ditta P. Franceschini Fabbrica di Trecce e Cappelli di Paglia” di Angelita Benelli e Silvia Melloni. Saranno inoltre proiettate le fotografie dello stabilimento Franceschini del 1920 digitalizzate da Giovanni Cintelli e restaurate da Daniele Morandi.