SESTO FIORENTINO – L’ex dirigenza della Richard Ginori dovrà presentarsi a processo per la violazione di norme sulla gestione dei rifiuti. Nello scantinato dello stabilimento furono trovati, nel 2013, due fusti di piombo con 15 chili di uranio. La scoperta fu segnalata proprio dalla nuova proprietà della manifattura, che fa parte del gruppo Gucci e che è estranea alla vicenda.
Da un primo sopralluogo effettuato da Arpat, carabinieri del Noe e Vigili del fuoco, non sono stati riscontrati effetti negativi sulla salute degli operai e della popolazione, secondo quanto riportato nella relazione dell’assessore provinciale Renzo Crescioli al Consiglio di palazzo Medici Riccardi nel 2013. Secondo le informazioni acquisite durante il sopralluogo questi materiali risulterebbero utilizzati fino a qualche decennio fa per la colorazione delle ceramiche, ma mai utilizzati nello stabilimento sestese e trasferiti lì negli anni Cinquanta. L’assessore provinciale spiegò, sulla base della relazione del sopralluogo, che ritrovamenti di questo tipo non sono infrequenti in quanto dalla fine dell’Ottocento e per diversi decenni i materiali radioattivi sono stati impiegati nella produzione di molti oggetti di uso comune. In Italia la normativa di tutela dalle radiazioni ionizzanti è stata introdotta il 31 dicembre 1962 con la legge “Impiego pacifico dell’energia nucleare'”.
Il processo per la ex dirigenza della Richard Ginori si aprirà il 3 febbraio 2015.