FIRENZE – “La città di Firenze si unisce con profonda commozione e dolore al cordoglio del mondo intero per la scomparsa di Papa Francesco, pastore che ha saputo incarnare con straordinaria autenticità i valori di solidarietà, semplicità, giustizia e vicinanza agli ultimi”: così il sindaco Sara Funaro esprime il cordoglio della città di Firenze per la scomparsa di Papa Francesco. “La città e l’amministrazione comunale – aggiunge – sono vicini alla Chiesa fiorentina per la scomparsa di Papa Francesco. Lascia un punto di riferimento vero per tutto il mondo, da sempre schierato per la pace, dono da perseguire e costruire insieme. Ha sempre lanciato appelli al confronto e dialogo tra i popoli, anche ieri nel messaggio “Urbi et orbi”, invitando a “non cedere alla logica della paura che chiude, ma a usare le risorse a disposizione per aiutare i bisognosi, combattere la fame e favorire iniziative che promuovano lo sviluppo” perché, ha ricordato, “sono queste le “armi” della pace”. Il suo esempio e le sue parole, il suo modo di essere sinceramente attento a tutti, soprattutto a coloro che erano invisibili ai più, la tenerezza che mostrava anche nei suoi gesti più piccoli, hanno segnato profondamente il nostro tempo, ricordandoci ogni giorno quanto sia importante guardare oltre noi stessi per abbracciare chi è più fragile”.
E ancora: “La sua visita del 10 novembre 2015, in occasione del Convegno Ecclesiale Nazionale, rimane nella memoria della città. In quell’occasione, il Papa tracciò il volto di una Chiesa umile, disinteressata, capace di riscoprire un nuovo umanesimo, sempre attenta a chi è in difficoltà. Indimenticabile resta la sua visita a Barbiana nel 2017, quando rese omaggio alla figura di don Lorenzo Milani. Con quel gesto e con le sue parole, Papa Francesco volle ribadire l’attualità del messaggio del priore: la scuola come strumento di libertà e riscatto, l’educazione come diritto inalienabile, l’impegno per gli ultimi come dovere morale. Un incontro che sancì un’ideale continuità tra due uomini di Chiesa che hanno fatto della giustizia sociale e della dignità degli esclusi la loro missione. Firenze, città del dialogo e dell’accoglienza, piange oggi un grande uomo, un grande Papa. Il suo insegnamento resterà vivo nei cuori di tutti noi”. Oggi alle 16 il sindaco Funaro, l’arcivescovo Gherardo Gambelli, il rabbino Gadi Piperno, l’imam Izzedin Elzir apporranno un drappo nero dal terrazzino di Palazzo Vecchio in segno di lutto: per l’occasione suonerà la Campana grande di Palazzo Vecchio.
“Il dolore e la perdita di Papa Francesco, – afferma il presidente della Regione, Eugenio Giani – un sentimento che domina ciascuno di noi in un confuso rigenerarsi di emozioni caratterizzate dalla tristezza, ma è indubbio che con Papa Francesco se na va una figura che ha segnato la storia”. “Un uomo – prosegue Giani – che sempre si è espresso facendo sentire alta la sua voce per la pace in un mondo che sembra andare verso i conflitti, un uomo sempre attento e vicino agli ultimi e ai sofferenti”. “Una grande personalità – conclude Giani – sul piano religioso e civile. Su quello religioso con un processo di rinnovamento della Chiesa ed una maggiore attenzione agli ultimi e ai sofferenti. Sul piano civile un uomo sempre attento ai processi di sviluppo delle società che avessero a cuore la solidarietà, lo sviluppo sostenibile e la cura dell’ambiente. Una personalità che con le sue encicliche ha saputo rapportare la Chiesa a quell’anima di vicinanza alla dimensione più popolare e autentica che indubbiamente giova a un mondo che ha bisogno di figure che, da un punto di vista religioso, siano così vicine e sensibili, con il loro carisma, alla gente comune”.
“È con grande commozione che la Comunità di Sant’Egidio si unisce al dolore della Chiesa universale per la morte di Papa Francesco. Per oltre 12 anni ci ha guidato e orientato in un tempo difficile, attraversato da rapide trasformazioni e grandi incertezze, che lui stesso chiamava “cambiamento d’epoca”. Con le sue parole e i suoi gesti è stato un punto di riferimento decisivo non solo per la Chiesa ma per il mondo intero, come durante la pandemia. La sua scomparsa fa mancare la voce più forte a favore della pace in uno scenario internazionale sempre più attraversato dalla violenza e dalle guerre. Ci lascia in eredità il suo grande amore per i poveri e per i migranti che ha aperto una via di speranza nella globalizzazione dell’indifferenza. Ricordiamo con affetto i tanti incontri che ha avuto con la nostra Comunità, come vescovo di Roma e come padre di tutti, la sua vicinanza al progetto dei corridoi umanitari e il suo incoraggiamento a proseguire nella fedeltà alle “3 P” con le quali ha ribattezzato la Comunità di Sant’Egidio: Preghiera, Poveri, Pace. Resteranno nel nostro cuore come orientamento per il futuro le parole che ci disse durante la sua prima visita nel 2014: «Camminando così, aiutate a far crescere la compassione nel cuore della società – che è la vera rivoluzione, quella della compassione e della tenerezza, quella che nasce dal cuore -, a far crescere l’amicizia al posto dei fantasmi dell’inimicizia e dell’indifferenza”.