CARMIGNANO – Partiamo dai numeri: nel 53,2% delle aree agricole del territorio di Carmignano le coltivazioni sono biologiche. Barbara Luzzi del “Distretto biologico del Montalbano”, nato come associazione nel 2016, poi riconosciuto dalla Regione nel 2022, non ha dubbi: “L’ordinanza sul glifosate in questi anni ha funzionato, è stato un forte elemento di dissuasione nell’uso dei diserbanti”. Un altro numero conferma la progressiva conversione verso un’agricoltura “salubre e sana”, come definita dal sindaco Edoardo Prestanti: nel 2017, quando il Comune emise la prima ordinanza, solo il 30% delle aree coltivabili si fregiavano a Carmignano del riconoscimento bio. “In pochi anni – commenta il primo cittadino che ha presentato i dati insieme a Luzzi – l’agricoltura biologica è cresciuta più del 20 per cento. Un risultato di non poco conto, ascrivibile alle azioni intraprese dall’Amministrazione e dal Bio-distretto e alla sensibilità dei produttori”.
Altri numeri ribadiscono la tendenza: nel distretto biologico del Montalbano composto da cinque Comuni (Capraia e Limite, Carmignano, Lamporecchio, Poggio a Caiano, Vinci) la superficie coltivata bio è del 33, 65%, “il nostro territorio – aggiunge Luzzi – è molto al disopra del dato distrettuale, nella sua performance tra i migliori distretti in Toscana contribuisce in modo deciso Carmignano”. Secondo Artea (Agenzia regionale toscana per erogazioni in agricoltura), infatti, sulle pendici carmignanesi, su un territorio agrario di 1.023,38 ettari, più della metà è biologico, appunto il 53,2%, corrispondente a 544,71 ettari tra superfici bio o in conversione verso il bio.
“Certo non mancano le contraddizioni – spiega Luzzi – in virtù di una legislazione europea e nazionale che anche di recente, appena lo scorso anno, consente l’uso di glisofate, che tra l’altro è solo uno di una vasta gamma di pesticidi. C’è ancora da fare, ma la strada è quella giusta”. Torniamo ancora ai numeri: Carmignano in quanto a biologico è anche sopra, di oltre cinque punti, alla media dell’insieme dei distretti della Toscana, che si attesta sul 47,92%. Così come più elevata è la media delle aziende agricole biologiche che aderiscono (24) al Bio-distretto del Montalbano: circa 14% di contro al 5% della percentuale toscana.
“Il danno – conclude il sindaco – non è soltanto alle coltivazioni, olio e vino, l’uso dei diserbanti ha conseguente negative anche sui suoli. La nostra ordinanza funziona, si può intervenire, e quando si interviene si ottengono anche i risultati. Fra l’altro ogni volta che ci sono situazioni critiche, lo segnaliamo a chi ha la competenza per i controlli. Il nostro impegno è volto a fare del Montalbano un territorio virtuoso in termini di sostenibilità, nell’agricoltura e non solo. Le ricerche mostrano che sempre più le correnti turistiche volgono verso prodotti e cibi di qualità e territori ricchi di storia”.
