Cgil: proiezioni sui Municipi della Piana per il rinnovo del contratto di lavoro

SESTO FIORENTINO – “Vogliamo il rinnovo del contratto nazionale”: è la frase riprodotta sulla proiezione che appare sui Municipi di Campi Bisenzio, Calenzano e Sesto Fiorentino, slogan della Cgil che in forma itinerante chiede ai sindaci di sostenere il loro appello. Sono circa mille le aziende nella Piana fiorentina con circa 15mila addetti. Piccole, medie […]

SESTO FIORENTINO – “Vogliamo il rinnovo del contratto nazionale”: è la frase riprodotta sulla proiezione che appare sui Municipi di Campi Bisenzio, Calenzano e Sesto Fiorentino, slogan della Cgil che in forma itinerante chiede ai sindaci di sostenere il loro appello. Sono circa mille le aziende nella Piana fiorentina con circa 15mila addetti. Piccole, medie e grandi imprese del settore metalmeccanico che soffre per la mancanza del rinnovo del contratto di lavoro. E per questo la Cgil chiede ai sindaci di poter sostenere l’appello con la richesta del rinnovo del contratto di lavoro. Giovedì sera la Cgil ha proiettato l’appello sui municipi di Campi Bisenzio, Calenzano e Sesto Fiorentino i cui sindaci hanno dato il consenso alla proiezione. Non hanno ancora risposto all’appello alcuni Comuni più grandi come Firenze, Prato, Empoli e Scandicci. “L’autorizzazione alla proiezione dello slogan ‘vogliamo il contratto nazionale dei metalmeccanici’. – dice Stefano Angelini, segretario generale Cgil – diventa un elemento di collegamento, di solidarietà, di supporto alla vertenza dei lavoratori metalmeccanici perchè ad oggi la trattativa dopo 16 ore di sciopero già fatto, non riparte. Federmeccanica continua ad insistere sostenendo che la discussione può ripartire solo dalla loro piattaforma. La nostra piattaforma, votata dal 98% dei lavoratori, parte dalle richieste come il salario, l’orario di lavoro, la precarietà e quindi gli appalti”. 

La trattativa, spiega Cgil, oggi è ferma anche dopo le otto ore di sciopero attivate a febbraio e precedentemente a dicembre. La posizione di Federmeccanica, però, non cambia. E per questo a fine marzo Cgil ha  programmato altre otto ore di sciopero. “Nella Piana e a Scandicci sono presenti aziende del settore moda, – dice Angelini – che sono in difficoltà, inoltre incrociamo altre situazioni di crisi non settoriali, ma dove si stanno aprendo procedure di cassa integrazione pesanti, alcune arrivano ad avvire licenziamenti senza passare dagli ammortizzatori sociali”. Piccole e grandi aziende sempre di più travolte da venti di crisi. “Due su tutte – dice Angelini – la Targetti all’Osmannoro al confine con la Piana che ha dichiarato già a novembre oltre il 55% di esuberi e vuole portare via la produzione: stiamo cercando di trovare soluzioni alternative, ma è una delle grandi crisi che si stanno aprendo. E poi c’è sempre la discussione sulla Qf ex Gkn che ha aperto i licenziamenti. Il contratto nazionale è lo strumento per rimettere al centro della discussione anche politico territoriale quella che è l’industria su questo territorio.