Vertenza Bally: “L’azienda incentiva le dimissioni del personale”, protesta di Cgil-Filcams 

LASTRA A SIGNA – “Vertenza Bally: l’azienda incentiva le dimissioni del personale”. E’ la dura protesta di Cgil e Filcams Cgil Firenze in merito alla Vertenza Bally (moda-pelletteria, circa 50 dipendenti) con l’azienda che a dicembre ha annunciato l’intenzione di voler chiudere la sede di Lastra a Signa. “Il prolungato silenzio da parte della dirigenza […]

LASTRA A SIGNA – “Vertenza Bally: l’azienda incentiva le dimissioni del personale”. E’ la dura protesta di Cgil e Filcams Cgil Firenze in merito alla Vertenza Bally (moda-pelletteria, circa 50 dipendenti) con l’azienda che a dicembre ha annunciato l’intenzione di voler chiudere la sede di Lastra a Signa. “Il prolungato silenzio da parte della dirigenza Bally dall’ultimo incontro con il sindacato al tavolo di crisi della Regione Toscana, poco prima di Natale, – spiegano dal sindacato – poteva essere letto come un segnale che la società stesse procedendo a un’approfondita riflessione in merito agli affidamenti pattuiti in quella sede, che si collocano nell’alveo della piattaforma programmatica dello sciopero unitario fiorentino nel settore moda del 12 novembre scorso. Niente di tutto ciò. Ancora una volta dobbiamo sottolineare il comportamento di Bally, irrispettoso nei confronti dei lavoratori e delle istituzioni. Abbiamo infatti appreso, dagli stessi lavoratori, che nel frattempo l’azienda ha provveduto a incentivare le dimissioni di parte del personale in forza. Si tratta di un comportamento inaccettabile”.

“Riteniamo quindi indispensabile – concludono – che la Regione riconvochi urgentemente il tavolo di crisi, perché l’azienda si assuma la piena responsabilità delle azioni che sta compiendo e della crisi sociale che sta creando. Lo abbiamo detto con lo sciopero del 12 novembre e lo ribadiamo con forza a Bally e in generale a tutto il sistema moda: il distretto della moda dovrà mantenere nella prossimità tutte le componenti del ciclo produttivo ed essere caratterizzato da filiere prossimali, compatte, tracciate, legali, sostenibili, creative, versatili, reattive, caratterizzate da lavoro di eccellenza. Troppo facile cavarsela con il licenziamento dei lavoratori, senza immaginare nemmeno il ricorso agli ammortizzatori sociali, necessari alla tenuta occupazionale e del tessuto produttivo del settore”.