Se la mamma è un’opera d’arte: negli scatti di Serena Becagli l’Alzheimer si combatte con il sorriso

SIGNA – “In questa mostra c’è la volontà di accettare le fragilità della vita e non vergognarsi”: la mostra in questione è un “gioiello” nel panorama espositivo di Firenze e provincia. Una gemma ideata e voluta da Serena Becagli. Perché se da un lato è vero che la sua professione è proprio quella di curatrice […]

SIGNA – “In questa mostra c’è la volontà di accettare le fragilità della vita e non vergognarsi”: la mostra in questione è un “gioiello” nel panorama espositivo di Firenze e provincia. Una gemma ideata e voluta da Serena Becagli. Perché se da un lato è vero che la sua professione è proprio quella di curatrice d’arte contemporanea, dall’altro, in questa mostra, è racchiusa la quotidianità della vita, quella che più di ogni altra cosa meriterebbe di essere mostrata. Proprio perché fatta di tante difficoltà da superare, ma anche di tanto amore. Tutto questo è “Mamma Mia Museum – Tentativo di tagliare un granello di zucchero” (un “Poetrick” dell’artista Stefano Calligaro), aperta fino a domani, domenica 29 settembre, in Palazzo Vecchio (Cortile di Michelozzo, 9-19) e realizzata da Eli Lilly Italia Spa in collaborazione con United Way e il patrocinio di Aima – Associazione italiana malattia di Alzheimer – e del Comune di Firenze.

Un progetto che nasce dall’osservazione da parte di una figlia di alcuni comportamenti quotidiani della madre colpita da Alzheimer nel 2020: lo spostamento di oggetti in modo casuale, la combinazione di elementi apparentemente distanti e altri curiosi e anomali accostamenti, sono stati quindi immortalati con scatti fotografici veloci e furtivi, nati dalla necessità di trasformare e interpretare tutto ciò come processi creativi e poetici piuttosto che come errori e sintomi di una malattia incalzante. Non a caso il titolo della mostra prende il nome da una fotografia che ritrae un paio di forbici conficcate dalla mamma in un barattolo di zucchero, metafora della sfida all’impossibile che ogni giorno i caregiver sono costretti ad affrontare. Da qui la necessità di frequentare un centro diurno a Sesto Fiorentino, il rapporto, quasi di amicizia, nato con Aima ed Eli Lilly, la voglia di aggrapparsi a qualcosa di positivo seppur in una situazione difficile da affrontare.

Anche se i sorrisi non mancano. Come quando, durante la nostra chiacchierata con Serena, abbiamo ricordato entrambi cosa facevamo il 20 ottobre 2013, il giorno di Fiorentina-Juventus 4-2 e della tripletta di Pepito Rossi. Ricordi di una normalità (chissà poi cosa sarà la normalità…) persa, ma non cancellata. “La malattia di mia madre – racconta – si è manifestata all’inizio del 2020, proprio durante l’inaugurazione di una mostra, costringendomi a tornare a casa all’improvviso. L’arte contemporanea è stata il mio rifugio, ho iniziato a portare mia madre alle riunioni e agli eventi, superando l’imbarazzo”.

Per poi aggiungere: “Nel frattempo, a casa, mia madre ha iniziato a fare piccoli pasticci combinando oggetti non collegati tra loro e creando delle piccole opere d’arte. Ho cominciato a fotografare queste scene e a condividerle sui social, trovando un modo per restare connessa al mio mondo artistico. Ora, le immagini sono stampate e incorniciate all’interno di Palazzo Vecchio. Vorrei che questo progetto mettesse in luce non solo la malattia e i pazienti, ma anche i caregiver familiari che affrontano situazioni difficili”. L’iniziativa, infatti, è parte dell’ampio ventaglio di iniziative sviluppate, in occasione del mese di sensibilizzazione della malattia di Alzheimer che si celebra a settembre, da Eli Lilly, che da oltre 30 anni è impegnata nella ricerca e nello sviluppo nella diagnosi e nel trattamento di questa patologia. Info: www.instagram.com/mamma_mia_- https://www.facebook.com/

(Le fotografie dell’inaugurazione della mostra a Palazzo Vecchio sono di Alessandra Cinquemani)