FIRENZE – Il Ministero dell’interno ha reso pubblici i contenuti del Decreto che procederà a ripartire il taglio alle spese di Comuni e Province previsto dalla Legge di bilancio 2024: 250 milioni annui per gli anni 2024-2028, di cui 50 in capo alle Province e alle Città metropolitane e 200 in capo ai Comuni. “Si tratta – si legge in una nota di Fp Cgil – dell’ennesimo tentativo di riversare sulle amministrazioni locali le politiche di austerity che hanno fortemente contribuito al declino economico dell’Italia e che hanno fatto precipitare gli enti locali in una crisi sempre più drammatica, fatta soprattutto di riduzioni di personale e taglio dei servizi. Penalizzando, con ciò, lavoratori e cittadini. Per la Toscana il cosiddetto concorso alla finanza pubblica richiesto dal governo per i prossimi cinque anni ammonta ad oltre 80 milioni di euro, di cui 15 milioni di euro a carico del Comune di Firenze e altri 10 milioni di euro sugli altri comuni della città metropolitana fiorentina”.
Nella Piana, il Comune più penalizzato è Sesto Fiorentino (830.286,90 euro), seguito da Campi Bisenzio (774.367,90 euro), Calenzano (491.245,87 euro), Lastra a Signa (332.504,97 euro) e Signa (306.031,78 euro). “I criteri scelti per ripartire il taglio – continua il comunicato – appaiono fortemente inadeguati: il riferimento al livello di risorse Pnrr, di cui gli enti sono destinatari, genera un paradosso per cui quanto più ho realizzato in base a queste risorse tanto meno risorse avrò a disposizione per gestirle. Invece, il riferimento alla spesa corrente, che è per parte importante fatta di spesa di personale, contribuirà ad alimentare una tendenza per cui il taglio alle spese di personale ha fatto del comparto delle funzioni locali non solo quello che ha perso in assoluto più personale negli ultimi 10 anni, ma è anche il meno attrattivo tra quelli di tutte le pubbliche amministrazioni. I concorsi vedono pochissimi partecipanti e vincitori che si dimettono dopo pochi mesi per passare ad altre pubbliche amministrazioni o nel settore privato. E l’aver escluso dalle spese correnti e dalle risorse Pnrr le spese destinate a diritti sociali, politiche sociali e alla famiglia non riduce la portata negativa di questi tagli”.
“Si ingenerano così – conclude il comunicato – effetti paradossali con Comuni di minori dimensioni demografiche chiamati a contribuire, in proporzione, più di Comuni con maggiori dimensioni, ma con una quota di assegnazione di risorse Pnrr più bassa. Questi tagli devono cessare a partire dalla prossima legge di bilancio, ed anzi bisogna al più presto tornare ad investire in risorse, professionalità, diritti”.