CALENZANO – Nell’ottobre scorso la Giorgio Gori, storica società per la distribuzione di giornali del territorio fiorentino e sita nella Piana, ha aperto una procedura di licenziamento sulla base della legge 223/91, con ben 11 persone che dovevano perdere il lavoro. “Filcams Cgil e Uiltucs – si legge in una nota – si sono immediatamente rese disponibili all’apertura di un tavolo di confronto per cercare di scongiurare o limitare le uscite. Il 18 ottobre si era aperto il tavolo di confronto dove la società mise in esubero 11 lavoratori, tenendo dentro una cooperativa a cui avevano esternalizzato un pezzo di servizio; chiaramente le parti sociali hanno contestato questo modus operandi e cercato una soluzione condivisa”.
Le trattative sono proseguite fino a fine marzo 2024, prorogando anche i termini di scadenza previsti dalla legge, e venne raggiunto un accordo quadro di salvataggio per posti di lavoro e società. Alcuni lavoratori diedero la disponibilità a uscire dalla società con licenziamento senza opposizione, due lavoratori vennero invece spostati con la “cessione del contratto” articolo 1406 c.c. a “Giorgio Libri”, altra società più in salute sempre dei medesimi proprietari, altri rimasero a lavoro con superminimi anche importanti (si sono tagliati la retribuzione per dodici mesi dell’11,50%, non intaccando i minimali contrattuali), altri ancora rifiutarono di ridursi il proprio superminimo.
“In tale accordo – dicono dai sindacati – vengono stabilite, per le persone uscite, cifre e tempi di erogazione denaro con possibilità di recupero in unica soluzione se disattese le date; sempre le persone uscite non potevano rientrare in azienda dalla finestra e chi rimane in azienda continua a lavorare e percepire la retribuzione nei tempi canonici. Ma a Filcams Cgil e Uiltucs risulta che al personale dipendente non viene pagato lo stipendio nei tempi giusti e in maniera corretta (manca uno stipendio e la 14esima). Ci domandiamo come mai i lavoratori oltre ad andare incontro alla società decurtandosi un pezzo di retribuzione non la ricevono nei tempi previsti; il tutto, mentre ci risultano casi di lavoratori usciti dalla società o ceduti del contratto visti a operare in Giorgio Giorgi. Quanto è stato stabilito, la società non lo sta rispettando o lo sta rispettando a motu proprio contravvenendo a quanto stipulato.”.
“Crediamo – dicono Umberto Marchi di Filcams Cgil e Annamaria Torracchi di UilTucs Toscana – che si debba prendere una decisione. Le trattative durate sei mesi e concluse con un accordo devono essere rispettate, gli stipendi devono essere pagati per intero in maniera corretta entro il giorno 10 del mese successivo a quello lavorato, le persone devono pagare rate, mutui, bollette, finanziamenti e altro ancora; in una parola, vivere serenamente per quello che possono. Se questo non avviene, faremo i nostri passi a tutela del personale dipendente che oltre ad essere umiliato da questa società è anche bistrattato”.