SIGNA – “Capisco che per la candidata sindaco Monia Catalano è più comodo attaccare il sottoscritto e Signa Libera anziché il Pd e Giampiero Fossi, come, d’altronde, ha fatto durante tutta la campagna elettorale. Le ricordo però che al ballottaggio dovrà vedersela con lui e non con me. Comunque, contenta lei contenti tutti”: non si placa la querelle in corso, “riaccesa” questa mattina da Vincenzo De Franco, che alle elezioni amministrative era candidato sindaco per Signa Libera. “Devo però precisare alcune cose. La Catalano, candidata ormai a sconfitta certa, mi dà sostanzialmente del perdente ricordando gli esisti delle precedenti elezioni comunali. Può essere. Ma allora io capitanavo una coalizione orgogliosamente di centrodestra, mentre il suo attuale mentore, Paolo Bambagioni, invitava a votare per Fossi sindaco. Il disegno, allora come oggi, è sempre lo stesso: costituirsi una base contrattuale per qualsiasi compromesso in favore di determinati interessi locali”.
“Tant’è che la Catalano ha sempre dichiarato in campagna elettorale di non essere di destra, e di essere anzi aperta verso formazioni di centrosinistra, alcune delle quali erano presenti nella sua lista, conseguendo peraltro pochissimi voti, dato che il maggior contributo elettorale le è stato fornito dal centrodestra. Si è trattato, infondo, di un’appropriazione indebita, sia pure con il consenso degli aventi diritto. Ma il tempo farà giustizia di falsità e inganni. D’altronde, non sfugge agli osservatori più attenti che a Signa, come a Firenze, l’elettorato di centrodestra è stato “appaltato” a Bambagioni nella speranza di vincere qualcosa o, nel peggiore dei casi, di avere un’opposizione da lui controllata. Ma il centrodestra con tutto questo “che ci azzecca”? C’è un termine per definire tale disegno: impostura”.