CARMIGNANO – Diecimila frammenti ricomposti e presentati al pubblico, in un lungo lavoro che ha coinvolto numerosi professionisti, e che fa dire all’archeologo Massimo Tarantini della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio (Sabap) di Firenze, Pistoia e Prato: “Sono molto contento di aver coordinato questo progetto di restauro, che nasce nel 2021”, e che ha messo insieme il Comune e la Sabap, con un importante sostegno finanziario dell’Ufficio federale della Cultura della Confederazione Svizzera e della Regione per la realizzazione dell’esposizione. Sono gli “Avori principeschi. Il corredo del tumulo etrusco di Montefortini: nuovi restauri”, in mostra fino al 3 novembre al Museo archeologico di Artimino, che fanno dire alla direttrice Maria Chiara Bettini: “Siamo in presenza di uno straordinario complesso di reperti”.
Il taglio del nastro, in un partecipato evento inaugurale, è avvenuto nel pomeriggio di sabato 15 giugno ad opera del sindaco Edoardo Prestanti: “Un lavoro di valorizzazione molto importante. Il lavoro fatto per dare rilievo alle nostre radici e all’archeologia del nostro territorio fa un ulteriore passo in avanti”. Un ulteriore passo in avanti di cui si manifesta “molto orgogliosa” l’assessore alla cultura del Comune di Carmignano Maria Cristina Monni: “Da tempo avevamo intenzione di riportare alla luce questi preziosi oggetti. Ci siamo riusciti”.



L’esposizione propone oggetti in avorio, recentemente restaurati, del tumulo principesco di Montefortini a Comeana (Carmignano, Po), che si distinguono non solo per la loro preziosità intrinseca, per la profusione della materia prima utilizzata, ma soprattutto per la qualità dell’esecuzione, la varietà e l’originalità delle iconografie presenti, realizzati da maestri che disponevano di un ampio bagaglio culturale, detentori di strumenti e di tecnologie altamente specializzate, che prestavano la loro opera presso le corti dei principi etruschi.
Una parte di questi oggetti, restaurati tra la fine degli anni ’90 del XX secolo e i primi anni del XXI, è già esposta in una sezione del Museo Archeologico di Artimino. Un’altra parte significativa di questo straordinario complesso in questi ultimi due anni è stata oggetto dell’intervento di ricerca e restauro. Il progetto scientifico e la mostra sono stati curati dalla direttrice Bettini e dall’archeologo Tarantini, l’allestimento e il progetto grafico si devono invece all’arch. Alessandro Nocentini. Il restauro è stato realizzato da Laura Benucci e Agnese La Torrata per la ditta Atlante di Grosseto, con la consulenza amichevole di Franco Cecchi già restauratore capo Sabap-Fi, mentre il gruppo El.En. ha messo a disposizione un laser per alcuni interventi mirati. La mostra avrà gli stessi orari di apertura e chiusura del Museo: sabato e domenica ore 9.30-13.30, 15-18; lunedì, martedì, giovedì, venerdì ore 9.30-13.30.