Ex Gkn: parte la mobilitazione per l’intervento pubblico, a Torino la prima assemblea nazionale

CAMPI BISENZIO – Si è tenuta sabato scorso a Torino la prima assemblea nazionale per l’intervento pubblico in Gkn e in generale per la riconversione ecologica dell’automotive, organizzata dal Collettivo di fabbrica GKn e Comunet – Officine Corsare, insieme a una ventina di realtà del nord-ovest del paese. “Tutto questo mentre a Firenze si scava […]

CAMPI BISENZIO – Si è tenuta sabato scorso a Torino la prima assemblea nazionale per l’intervento pubblico in Gkn e in generale per la riconversione ecologica dell’automotive, organizzata dal Collettivo di fabbrica GKn e Comunet – Officine Corsare, insieme a una ventina di realtà del nord-ovest del paese. “Tutto questo mentre a Firenze si scava ancora sotto le macerie, – spiegano – a Torino è iniziato un percorso verso una mobilitazione per l’intervento pubblico, non solo per Gkn ma per tutta l’industria italiana. La strage di Firenze ci pone ancora una volta davanti all’urgenza di sviluppare un sistema di produzione alternativo e l’assemblea di Torino ha chiesto chiaramente che il finanziamento pubblico sia usato per questo e non per rovinare il mercato, come invece è avvenuto finora”.

“Siamo per l’intervento pubblico qui e ora – si legge nel documento conclusivo dell’assemblea – ma non per l’intervento pubblico per come già esiste qui e ora. Al di là di ogni vulgata liberista, l’intervento statale nell’economia è presente e ampio: a finanziare gli interessi sul debito, le grandi opere inutili e nocive, socializzare le perdite, le spese militari. La gestione delle crisi industriali attraverso incentivi alla rioccupazione, ammortizzatore sociale si è rivelata un enorme spreco di risorse pubbliche con effetti irrisori. Ribaltando totalmente la vulgata, l’attuale intervento statale è puro assistenzialismo, spreco, inefficienza”. “Nelle prossime settimane – concludono – ci saranno assemblee in varie regioni per l’azionariato popolare e per la fabbrica pubblica e socialmente integrata che però, senza intervento pubblico, non potrà realizzarsi. Un intervento che non avrebbe una finalità assistenzialistica ma che porterebbe, secondo le stime, 70 milioni di euro nelle casse dello Stato in dieci anni, attraverso il pagamento delle tasse sulla nuova produzione. Queste assemblee rientreranno in un percorso per una mobilitazione in primavera legata allo sciopero globale per il clima”.