PIANA FIORENTINA – La Piana è l’ombelico della Toscana? Stiamo parlando di un territorio che custodisce “un coacervo di eccellenze, ricevuto in eredità dalle precedenti generazioni, tante criticità tra le quali una è particolare e riguarda un fazzoletto di terra inedificato presente nella pianura tra Firenze e Prato, esteso per circa 145 ettari, dove pensavo non potesse entrarci più nemmeno uno spillo e invece c’è ancora chi vorrebbe inserirci dentro altre funzioni”. Parole, queste, dell’architetto Fabio Zita, membro della Commissione Via per 20 anni ed ex coordinatore del gruppo di lavoro Regione-Università per il piano paesaggistico. E che nelle scorse settimane ha redatto un documento – undici i punti – in cui evidenzia “la mancanza di una “visione” sulla sostenibilità economica e sociale delle iniziative indicate dai programmi di governo, che ha generato solo un lungo catalogo di problematiche da affrontare e di “sollecitazioni”, più che altro di natura economica, da soddisfare, il tutto in un elenco più simile alla lista della spesa di una massaia che all’agenda di una avveduta classe politica”.
Qui di seguito le criticità “messe in fila” dall’architetto Zita, che abbiamo chiesto di prendere in esame ai sindaci della Piana:
1 – il progettato “Parco agricolo della Piana”, promosso e deliberato dalla Regione, con il consenso dei Comuni interessati, avente come obiettivo la tutela di una vasta area bloccando così l’implementazione di ulteriori processi di urbanizzazione;
2 – l’ipotesi del nuovo aeroporto di Peretola (possibilità in contrasto con il Parco agricolo della Piana) promosso e deliberato dalla Regione Toscana e dal Comune di Firenze, previsto con una pista più lunga dell’esistente ed orientata parallelamente all’autostrada (si attende la Via del Ministero dell’ambiente);
3 – il Sito di Importanza Comunitaria (SIC) “Stagni della Piana fiorentina e pratese” di valore naturalistico sia riguardo a specie faunistiche che floristiche, tutte oggetto di tutela e conservazione anche a fini didattici (anch’esso situato ove dovrebbe sorgere il nuovo aeroporto);
4 – il polo scientifico dell’Università di Firenze in Comune di Sesto Fiorentino, eccellenza nazionale nel campo della Fisica, della Chimica e delle Scienze naturali, che avrebbe in programma l’ampliamento delle proprie strutture (anche questa ipotesi contrasta con la prevista realizzazione del nuovo aeroporto);
5 – l’esistente Scuola marescialli e brigadieri dei Carabinieri a Castello (una vera “cittadella dell’arma” di 260.000 metri quadrati dove alloggiano più di 2.000 allievi provenienti da tutta l’Italia) comprensiva di notevoli strutture di servizio;
6 – l’autostrada A11 Firenze-Mare, su cui la Società Autostrade per l’Italia intende avviare, a breve, i lavori per l’ampliamento a tre corsie;
7 – l’ipotesi di nuovo stadio per la Fiorentina, con capienza e attrezzature connesse per l’accoglienza di circa 40.000 spettatori, che il presidente vorrebbe realizzare (o avrebbe voluto realizzare, n.d.r.) a Campi Bisenzio viste le evidenti difficoltà, anche economiche, del Comune di Firenze in merito alla ristrutturazione dello stadio Franchi, e considerati i tempi per il suo effettivo utilizzo (anche l’eventuale realizzazione dello stadio creerebbe seri problemi all’operatività del nuovo aeroporto con riguardo alle rotte di decollo e atterraggio);
8 – la realizzazione sempre a Castello di oltre 190.000 metri quadrati di residenziale, commerciale, artigianale e industriale, frutto di un accordo sottoscritto dopo 6 anni di contenzioso fra il Comune di Firenze e la Società Unipol (subentrata alla Società Fonsai di Ligresti nella partita del cosiddetto sviluppo a nord/ovest di Firenze). Su quest’area era già intervenuto, con il suo parere contrario, anche Achille Occhetto nel 1989 in qualità di segretario del Pci (la lottizzazione entrerebbe in chiaro conflitto con l’ipotesi di nuovo aeroporto);
9 – la devastante alluvione del novembre 2023, che ha coinvolto quasi tutta la Piana fino a Pistoia, con l’esondazione di fiumi e torrenti causando otto morti e ingenti danni al patrimonio abitativo, produttivo e alle colture agricole (è dal 1966 che l’area è periodicamente soggetta ad alluvioni; la precedente nel 2011). Tali sciagure impongono soluzioni drastiche e strutturali, a partire dall’azzeramento del consumo di suolo per arrivare alla riprogettazione delle opere idrauliche, tenuto conto dei nuovi parametri di piovosità, e avendo ben presente che i cosiddetti “eventi eccezionali” non sono più da considerarsi tali;
10 – per dare il giusto peso ai temi descritti nei precedenti punti non si può dimenticare (peggio sarebbe sottovalutare) che in questa area è presente una fitta rete di fossi e canali arginati costituenti l’ossatura della bonifica della Piana, quale insostituibile presidio idraulico che va salvaguardato ma anche implementato proprio in virtù delle criticità legate ai cambiamenti climatici;
11 – la pessima qualità dell’aria nella piana tra Firenze e Prato, che risulta essere tra le più inquinate d’Italia al pari della pianura padana, così come risulta da una recentissima ricerca condotta dall’Arpat (22 dicembre 2003).
Queste invece le parole dei sindaci:
Trovo condivisibile la gran parte delle considerazioni espresse dall’architetto Zita, a partire dall’osservazione che il lembo di terra su cui insistono tante previsioni, aspettative e progetti è davvero modesto. È sufficiente osservare la Piana da Monte Morello per rendersi conto che quello spazio ancora libero è poca cosa rispetto alla superficie edificata che lo circonda. La nostra Amministrazione ha da sempre una visione chiara di quale debba essere lo sviluppo per la Piana. Per noi, per i nostri strumenti urbanistici, per le scelte politiche e amministrative assunte nel tempo, il Parco agricolo della Piana deve rappresentare l’elemento ordinatore dell’area, un vuoto necessario per compensare i tanti pieni che lo circondano, un elemento qualificante del nostro territorio dal punto di vista naturalistico e ambientale. Questo approccio era condiviso, fino a una decina di anni fa, da tutti gli enti coinvolti, dalla Regione, dall’allora Provincia, dai comuni. Si trattava di una scelta di buon senso, lungimirante e innovativa, cancellata in un batter d’occhio dal via libera all’ampliamento dell’aeroporto con la realizzazione della pista parallela all’autostrada. Il Comune di Sesto si è opposto a questo progetto in sede politica e poi davanti alla giustizia amministrativa insieme ai comitati e ad altre amministrazioni, ottenendo negli anni passati una vittoria importante. I nostri rilievi hanno riguardato non solo gli aspetti naturalistici e ambientali, ma anche il rapporto con il Campus universitario, il cui sviluppo sarebbe messo in discussione da questa opera. Il procedimento per la nuova pista è ripartito da alcuni mesi con una proposta progettuale sostanzialmente identica a quella già bocciata. La nostra posizione non cambia, dal momento che le contraddizioni rilevate in precedenza non vengono superate.
Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto Fiorentino
Per rispondere alla nota dell’archietto Zita, precisando quali dei temi elencati ritengo prioritari, in linea con quanto da sempre affermato dalle forze politiche che mi sostengono e con gli indirizzi programmatici di mandato, ribadisco la mia contrarietà al nuovo aeroporto di Peretola, che si pone in contrasto col Parco della Piana, progetto che, invece, è mia volontà promuovere, anche con l’istituzione di un vero e proprio Ente Parco. Inoltre, per quanto riguarda la tematica dell’alluvione, ritengo necessario rivedere i modelli e le norme di pianificazione territoriale e realizzazione di opere pubbliche per adeguarli ai cambiamenti climatici; nel nuovo Piano Operativo che sarà presto adottato, abbiamo ridotto l’impatto del consumo di suolo per la nuova edificazione. Chiaramente l’evento alluvionale ci costringe a porre particolare attenzione all’equilibrio tra l’insediamento umano e il sistema delle acque.
Andrea Tagliaferri, sindaco di Campi Bisenzio
Tra le criticità rilevate dall’architetto riguardo allo sviluppo urbanistico della Piana fiorentina a mio avviso quella centrale è rappresentata dall’ipotesi di ampliamento dell’aeroporto di Firenze. Come è noto, questa Amministrazione comunale è contraria al progetto, anche quello del nuovo Masterplan, i cui contenuti ripropongono interamente tutte le criticità e gli impatti negativi presenti nel precedente progetto sul quale il Comune di Calenzano si è opposto, insieme ad altri comuni dell’area fiorentina e pratese, anche tramite un ricorso amministrativo con esito favorevole per le amministrazioni comunali. Questa opera andrà a stravolgere l’assetto della Piana fiorentina impattando negativamente sulle infrastrutture, sul congestionamento del traffico, sul reticolo idrologico del territorio, sull’identità ambientale e storico-culturale. La contrarietà al Masterplan è stata espressa anche dal consiglio comunale di Calenzano che nel dicembre del 2022 ha votato a maggioranza due atti specifici. In particolare, in uno dei documenti si chiedeva anche alla Regione di dare piena attuazione al progetto del Parco Agricolo della Piana, da dieci anni rimasto sulla carta, istituendo l’Ente Parco a cui affidare la gestione, coinvolgendo tutti gli 8 Comuni interessati, la Città metropolitana di Firenze e la Provincia di Prato. Secondo noi infatti è il Parco Agricolo l’elemento regolatore che deve guidare lo sviluppo di tutta l’area e che può costituire un’opportunità di crescita sostenibile e occupazionale.
Riccardo Prestini, sindaco di Calenzano