CAMPI BISENZIO – “Dal 2014 tutti sapevano che il muro di contenimento della Marina aveva grossi problemi di stabilità”. È un duro atto d’accusa quello del centro-destra campigiano, che non risparmia nessuno. Con una dettagliata ricostruzione dei fatti. Alzano la voce Roberto Valerio (Fratelli d’Italia), Paolo Gandola (Centrodestra campigiano) e Nicola Douglas De Fenzi (Impegno vero per Campi) e lo fanno dopo avere presentato una richiesta di accesso agli atti che partisse dal 2014 dalla quale è emerso, come hanno spiegato, che “tutti sapevano della pericolosità di quel muro a Villa Montalvo e, apparentemente, nessun lavoro di rinforzo è stato portato a termine”. Tutto parte, secondo i tre consiglieri, da un sopralluogo della Polizia municipale, proprio nel 2014, sull’argine destro del torrente, proprio in prossimità di Villa Montalvo, “da cui risultò – affermano – il cattivo stato di manutenzione”.
“Abbiamo scoperto – aggiungono – che dalla relazione avuta grazie al nostro accesso agli atti, gli agenti della Polizia municipale avevano trovato il muro in “cattivo stato manutentivo”, evidenziando come “tante alberature ingombranti avevano messo a rischio la stabilità del muro stesso” e che addirittura la stessa Villa Montalvo, al piano terra, spesso diventava oggetto di piccoli allagamenti e fuoriuscita di acqua dalle prese dell’impianto elettrico. Un fatto che, fra l’altro, non era mai stato comunicato a noi consiglieri comunali. Questa relazione, infatti, venne inviata all’allora sindaco Fossi, all’assessore alla Protezione civile, al sindaco di Firenze, alla Provincia di Firenze e alla Soprintendenza. Insomma, un vero e proprio “Alert” ricevuto da tutti gli enti interessati o potenzialmente responsabili della situazione. Resta un dubbio, però, ovvero se questo atto sia stato inviato al Genio civile, che però venne informato subito dopo”.
“Grazie alla procedura e al potere conferito dall’ordinamento ai consiglieri comunali – spiega Valerio – ho potuto accedere agli atti e, sorprendentemente, ho potuto accertare che l’argine incriminato del disastro era stato oggetto di un sopralluogo da parte della Polizia municipale preposta a questo tipo di controllo già nel 2014. Dal verbale emerge chiaramente che l’argine era gravemente malato. È lì che mi sono reso conto di avere trovato il cosiddetto “coltello insanguinato”… Questo rapporto ha poi generato un’ordinanza da parte del sindaco Emiliano Fossi, con caratteristiche d’urgenza, indirizzata alla Provincia. Da lì a seguire sono passati anni, ma senza interventi strutturali, solo blandi tentativi di curare il cancro con l’aspirina…”.
Nel 2015, poi, l’ex sindaco Fossi “emanò un’ordinanza sollecitando la Provincia di Firenze a effettuare interventi urgenti, mentre nel 2017 il Genio civile regionale ritenne che la situazione fosse da verificare. Il dubbio successivo è un altro e ci fa credere che si sarebbe potuti intervenire per tempo prima dell’alluvione dello scorso novembre”. Passano altri due anni, “nei quali – spiegano i consiglieri – evidentemente c’è stato un rimbalzo di competenze fra Provincia (che era appunto destinataria dell’ordinanza) e Regione-Genio civile. Alla fine è stato proprio il Genio civile a provvedere con il Consorzio di bonifica Medio Valdarno a ripulire l’argine evidenziando però una cosa molto importante”. Di cosa si tratta lo spiega Gandola: “Nella sua relazione di fine lavori il Genio civile scrive che ‘la ripulitura ha permesso di di prendere visione dello stato dell’arginatura precedentemente celata sotto il fitto cespugliame, che necessita adesso di una attenta fase di verifica mediante una campagna di saggi e sondaggi geognostici’. E’ questo il punto: questa fase di verifica è stata completata? Noi al momento non siamo in grado di dare una risposta, perché la documentazione fornitaci finisce qui. Abbiamo ovviamente intenzione di procedere a nuovi accessi agli atti in Regione, ma i dubbi restano”.
“Va detto inoltre – aggiungono Valerio e De Fenzi – che in queste settimane abbiamo sentito dal sindaco Tagliaferri delle ricostruzioni che poi alla fine si sono dimostrate non corrette, in modo particolare in almeno due assemblee pubbliche nelle quali ha evidenziato come fosse stata la Soprintendenza a non dare il nulla osta per i lavori del Muro di Villa Montalvo. Un fatto che si è dimostrato non vero, creando per settimane nella popolazione rancore e risentimento gratuito verso la Soprintendenza che ha poi chiarito. E’ anche per questo che chiediamo con urgenza la creazione della famosa Commissione speciale sull’alluvione che al momento è ferma in discussione nella riunione dei capi gruppo”.