Via Maromme, rubano volante e sistemi di controllo a Bmw e Mercedes. Tutto in una notte, la denuncia di sei famiglie

SIGNA – Professionisti del furto o un furto da professionisti? Sta nel sottile confine fra questi due quesiti la soluzione a quanto successo nei giorni scorsi a Signa in via Maromme. Dove sei famiglie hanno visto smontate, nel vero senso della parola, con un lavoro fatto a regola d’arte, le loro auto. Hanno rubato il […]

SIGNA – Professionisti del furto o un furto da professionisti? Sta nel sottile confine fra questi due quesiti la soluzione a quanto successo nei giorni scorsi a Signa in via Maromme. Dove sei famiglie hanno visto smontate, nel vero senso della parola, con un lavoro fatto a regola d’arte, le loro auto. Hanno rubato il volante, in alcuni casi anche il cambio, ma soprattutto tutta la componentistica elettronica e i sistemi di controllo. Quattro Bmw e due Mercedes: prima hanno rotto il vetro di un finestrino e subito dopo, in pochissimo tempo, hanno portato via la parte più preziosa delle varie auto per una cifra complessiva, centesimo più, centesimo meno, di quasi centomila euro di danni. Nessuno ha visto o sentito niente, con l’ulteriore paradosso che le auto si trovavano in una zona illuminata da lampioni o nel parcheggio privato di alcune abitazioni, tutte nel giro di 200 metri. Insomma, un lavoro da professionisti.

Abbiamo incontrato alcune delle persone rimaste vittime del furto e dire che sono scoraggiate è poca cosa. Anche se qualcuna di loro fa parte del sistema di “Controllo del vicinato” e non intende certo arrendersi: “Sanno bene dove sono le macchine da prendere di mira, anche perché qui non ci sono controlli, c’è poca sicurezza e, sinceramente, ci sentiamo abbandonati”. Quanto ci avranno impiegato? Al massimo un quarto d’ora per ogni macchina, anche perché i cavi non sono tranciati ma staccati in modo “professionale”. “Questa – aggiungono – è una zona residenziale, sprovvista di servizi, il che avvalora la nostra tesi che in precedenza hanno “studiato” bene dove mettere le mani. Non che il problema si risolva così, ma qualche telecamera in più collegata alla videosorveglianza probabilmente almeno da deterrente lo farebbe…”.

“La questione è un’altra, – continua il loro sfogo – non si può vivere così, nell’insicurezza e nella paura che possa succedere di nuovo. E’ vero, il cartello con la scritta “Controllo di vicinato” è visibile, ma non è certo quello che ferma i malintenzionati”. Si tratta di tutte famiglie che vivono in via Maromme dagli anni Novanta e Duemila e che anche in passato si sono trovate a fare i conti con episodi di microcriminalità, ma in alcun caso eclatante come questa volta. “Vogliamo denunciare l’accaduto – spiegano – nella speranza che serva a qualcosa e magari anche a far sì che si prendano dei provvedimenti che garantiscano una sicurezza maggiore. Ci siamo rivolti alle forze dell’ordine e all’amministrazione comunale, ma per il momento non è che ci possiamo definire “rassicurati”…”. E poi lo sfogo più amaro, che racchiude considerazioni che comunque vanno oltre il territorio signese: “Si può definire civile un paese in cui il delinquente è tutelato e il cittadino no?. Noi adesso viviamo con l’angoscia: chi sarà il prossimo?”.