Alluvione, a Campi il ministro Musumeci: “In Italia la prevenzione è all’anno zero”

CAMPI BISENZIO – “Dobbiamo fare tesoro di quello che è successo, ma dobbiamo avere un approccio diverso con il territorio, anche in considerazione del fatto che fenomeni come quello che hanno colpito la Toscana nell’ultimo periodo purtroppo non saranno isolati. E dobbiamo fare in modo che sui territori ci sia più attenzione alla prevenzione”: è […]

CAMPI BISENZIO – “Dobbiamo fare tesoro di quello che è successo, ma dobbiamo avere un approccio diverso con il territorio, anche in considerazione del fatto che fenomeni come quello che hanno colpito la Toscana nell’ultimo periodo purtroppo non saranno isolati. E dobbiamo fare in modo che sui territori ci sia più attenzione alla prevenzione”: è un duro monito quello lanciato oggi a Campi Bisenzio dal ministro della Protezione civile, Nello Musumeci. Insieme a lui il capo del dipartimento Fabrizio Curcio, nella Piana per un incontro definito “operativo”, accolti, oltre che dal sindaco di Campi, Andrea Tagliaferri, dal presidente della Regione, Eugenio Giani, e dal sindaco della Città metropolitana, Dario Nardella.

“Sono ormai 15 anni – ha aggiunto Musumeci – che c’è il cambiamento climatico, ma tutto quello che accadrà in termine di eventi estremi non sarà straordinario ma ordinario. Sarebbe un errore dire che la colpa è solo del cambiamento climatico. La colpa non è solo della natura ma anche dell’uomo. Questo governo ha messo a disposizione delle Regioni 800 milioni del Pnrr per la sicurezza del territorio. Ecco, l’uomo può attutire e mitigare gli effetti del maltempo e dei cambiamenti climatici, oltre alla responsabilità che deve avere nel non consumare nuovo suolo”. “Da parte nostra a Roma sarà fatto tutto quello che è possibile e necessario fare nei tempi che le procedure burocratiche consentiranno, – ha proseguito Musumeci – vogliamo che si torni presto alla normalità e che si apra una stagione nuova. Ma non dobbiamo commettere l’errore che, sotto la spinta emotiva del momento, si ricostruisca in fretta e male”.

Poi l’affondo più duro: “In Italia la prevenzione è all’anno zero, anche perché negli ultimi 80 anni è mancata una politica di prevenzione strutturale. A partire dai cittadini, che devono essere informati, e nelle scuole. Ecco perché la prevenzione, strutturale e non, deve essere la nostra guida anche per adeguare sistema di protezione civile che è un’eccellenza in Europa”. E ancora: “In Toscana, come altrove in Italia, è successo che alcuni corsi d’acqua siano stati tombati e poi straripati, che corsi d’acqua che dovevano essere consolidati non sono stati sufficientemente consolidati. È accaduto che alcune aste fluviali, cioè fiumi e torrenti, siano stati canalizzati, riducendo la sezione idraulica, e di fatto ingessando il corso d’acqua. La canalizzazione non è il rimedio consigliato per consentire alle acque di potersi leggermente espandere”.

“Quello che registriamo oggi – ha detto il sindaco Tagliaferri – è un leggero miglioramento della situazione. Le maggiori criticità si registrano nelle zone G, E e H, ma contiamo entro la fine della settimana di avere rimosso tutti i rifiuti presenti nelle varie strade in modo che si possa iniziare a parlare davvero di “normalità”. Ci aspetta comunque un lavoro importante, adesso serve reattività e velocità anche per i risarcimenti. Questa è un’area a forte vocazione industriale e farla ripartire vuol dire far ripartire tutta la regione”.

“Al ministro – ha detto il presidente Giani – abbiamo fatto presente quella che può essere una stima dei danni. Se io sommo quello che mi dicono i sindaci di quella trentina di Comuni più coinvolti, noi andremo sicuramente vicini a una cifra molto alta, la stima è di almeno due miliardi di euro. Contemporaneamente abbiamo la necessità di risorse per l’immediato, i primi soccorsi, le ordinanze con cui rimettiamo in sesto gli argini e per rispondere alle situazioni attuali che ci chiedono i cittadini che hanno perso tutto, a quello che ci chiedono le imprese. Ci metteremo d’accordo su quali tappe saranno seguite per poter avere il giusto sostegno a supporto della popolazione, chiederò anche un decreto legge per dare circostanziati poteri ai commissari”.

“Con la Protezione civile metropolitana – ha detto Nardella – abbiamo calcolato che a Campi Bisenzio gli edifici colpiti sono stati tremila, settemila cantine potenzialmente allagate, 30.000 persone interessate dall’alluvione con gradi diversi di danni. Solo per le spese di soccorso e di somma urgenza tra Campi e l’area metropolitana abbiamo stimato 3,5 milioni, somma che crescerà moltissimo perché anche l’alto Mugello è stato colpito. Ma è praticamente niente, perché, per esempio, solo la rimozione dei rifiuti verrà a costare tra i 20 e i 30 milioni”.

“Giusto concentrare impegno e sforzi – ha detto Erica Mazzetti, parlamentare di Forza Italia – ma anche capire che un disastro di tale entità, per morti e ammontare di danni, è anche colpa della mancata manutenzione e dei mancati interventi infrastrutturali. La visita del ministro Nello Musumeci oggi a Campi Bisenzio è un nuovo, segnale importante di vicinanza e sostegno concreto da parte del governo. La popolazione campigiana, ma ovviamente anche negli altri territori colpiti come Prato e Pistoia, sta ancora vivendo in un’assoluta emergenza: le strade sono ancora interrotte, i rifiuti sono ancora ammucchiati per le strade. Di fronte a questo, tutta la macchina del governo è pienamente operativa per risollevare il territorio dai danni dell’alluvione. Dopo la ricostruzione è però necessario chiarire definitivamente cosa è stato fatto – e male – e cosa non è stato fatto e cambiare sistema”.