FIRENZE – “Il successo della manifestazione del 30 settembre ha rilanciato il movimento che, non solo si oppone a qualsiasi ipotesi di nuovo aeroporto, ma rivendica da subito una drastica riduzione dei voli dell’attuale scalo di Peretola, da anni non più sostenibile dalle popolazioni, e l’attuazione del Parco della Piana, strumento essenziale per salvaguardare il territorio e l’ecosistema”: a dirlo, in una nota, sono i promotori della manifestazione “Basta aeroporti in città. Sì al Parco della Piana”, che poi aggiungono: “La costruzione a poca distanza di un nuovo aeroporto ancora più grande e inquinante non risolverebbe affatto i problemi degli abitanti delle Piagge, Brozzi, Quaracchi, Peretola, ma stravolgerebbe per certo l’ecosistema di tutta la Piana fiorentina”.
“Complessivamente circa 4.000 persone, e non 600-1000 come è stato detto – aggiungono – hanno manifestato con striscioni, cartelli e biciclette dalle Piagge all’aeroporto, rispondendo all’appello lanciato da un vasto arco di promotori. Numerose realtà sociali, sindacali e politiche, impegnate nel territorio su importanti vertenze, hanno aderito per dire “Basta aeroporti in città” e sostenere la lotta contro l’emergenza climatica. Molto significativa la presenza nelle prime file e negli interventi conclusivi dei sindaci di Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Calenzano e Carmignano, la presenza di una delegazione consiliare del Comune di Prato, del segretario Pd di Prato, che hanno tutti confermato la loro netta contrarietà al nuovo aeroporto”.
“Sappiamo bene che una parte della popolazione sorvolata, oramai esasperata, pensa di risolvere i propri problemi dicendo sì alla nuova pista e spostando l’inquinamento acustico altrove. Vorremmo che si aprisse un confronto vero tra i cittadini su questa posizione, per noi illusoria e subalterna agli interessi di Toscana Aeroporti, di Giani, Nardella e dei partiti di governo, che finora hanno ignorato per 20 anni in modo sfacciato i problemi dei sorvolati, pur essendone perfettamente a conoscenza. Solo adesso, anche grazie alle nostre iniziative e alle nostre denunce in Procura, si comincia a parlare di chiusura notturna, senza ulteriori deroghe”.
“Ovviamente – concludono – ognuno è libero di esprimere la propria posizione e di affiggere cartelli. Non è giusto strapparli, ma denunciamo il fatto che, nei giorni precedenti il corteo, tante locandine dei promotori sono state tolte o strappate. Solo ricostruendo l’unità di tutte le popolazioni sarà possibile realizzare un futuro diverso per la Piana e salvaguardare la salute, l’ambiente di vita e la qualità del lavoro in alternativa alle opere inutili e dannose. Avanti così, pacifici e determinati, verso le nuove tappe della mobilitazione, a partire dal Patto di ecosistema per il Parco della Piana del 19 ottobre”.