CAMPI BISENZIO – L’esito del tavolo nazionale di venerdì “non è semplicemente deludente, è proprio offensivo”. Lo afferma in una nota Si Cobas il giorno dopo il tavolo nazionale su Mondo Convenienza. Si Cobas e i lavoratori, che dalla fine di maggio scorso sono in presidio davanti al magazzino di via Gattinella, non ci stanno e si sentono offesi da quanto emerso al termine del tavolo. “Offensivo verso i lavoratori. – prosegue la nota – Non riconoscerlo vuol dire mentire a sé stessi e agli altri. E se invece lo si riconosce, allora non c’è altra conseguenza coerente che la proclamazione di uno sciopero di tutta la filiera. Questo dovrebbero fare le organizzazioni sindacali nazionali, tutte e nessuna esclusa, quella di base e quelle confederali. Perché il tavolo di ieri è l’ennesima conferma che per cambiare il sistema a Mondo Convenienza non ci vogliono più tavoli ma più scioperi. Ci vuole di generalizzare la lotta che da 110 giorni i lavoratori portano avanti a Campi Bisenzio. Di estenderla agli altri appalti della filiera, da nord a sud. I continui rinvii di tavolo in tavolo e gli accordi territoriali separati a ribasso, servono solo a dare spago alla strategia dell’azienda: logorare e dividere la lotta. E senza lotta, i prossimi tavoli sappiamo già come andrebbero”.
“Mondo Convenienza è il simbolo dell’arroganza delle imprese che si sentono e agiscono al di sopra di tutto e tutti. Mondo Convenienza è l’emblema del lavoro povero di tanti che fa i fatturati miliardari di pochi. I lavoratori di Campi Bisenzio stanno dando tutto per sconfiggere questo sistema sostenuti da un intero territorio, per fare “dal basso” il salario minimo che il parlamento italiano non ha voglia di fare. Le direzioni sindacali nazionali di ogni sigla devono chiarire cosa hanno intenzione di fare: continuare a sedersi a tavoli inconcludenti al posto dei lavoratori, oppure sostenere e organizzare la lotta in tutta la filiera? La strategia dell’azienda è quella del gioco dell’oca. Dopo mesi di trattativa torni sempre alla casella iniziale: l’apertura della trattativa. Noi non ci stiamo. È per questo che non vogliamo sentire parlare di “passi avanti”, di “ottimismi” e cose del genere. Anche la politica e le istituzioni devono essere chiare. Siamo di fronte a un totale corto circuito. Registrare e retribuire l’orario di lavoro è un obbligo di legge, ma siamo di fronte a un’azienda che rifiuta di farlo. Riconosce le paghe stabilite dal Ccnl di settore (quello della logistica) è un obbligo di legge, ma l’azienda si ostina a volere applicare un contratto (pulizie multiservizi) che non c’entra nulla con le attività svolte dai lavoratori per risparmiare su stipendi, tasse e contributi. La politica e le istituzioni servono oggi, non domani. Perché dopo è inutile aprire i dibattiti su appalti e subappalti al massimo risparmio, operai sottopagati, misure di sicurezza e controllo dell’orario di lavoro. È troppo tardi”. Il presidio continua, lo ha deciso l’assemblea dei lavoratori che si è tenuta questa mattina.