SIGNA – E’ stata ancora una vola Villa Castelletti a ospitare, dopo la pausa estiva, la prima Conviviale per l’annata 2023/2024 del Rotary Bisenzio Le Signe, in questo caso un Interclub con il Rotary Club Padrino, Lorenzo il Magnifico. Per una serata che ha visto come ospite Angelo Corbo, già Ispettore Capo della Polizia ora in quiescenza sopravvissuto alla tragica strage di Capaci in quanto membro della scorta del giudice Giovanni Falcone. A fare gli onori di casa la presidente del club, Elisabetta Benvenuti, che ha voluto ringraziare della presenza il sindaco di Signa, Giampiero Fossi, ribadendo subito dopo come il tema portante della serata fosse quello della legalità, della difesa delle istituzioni, della libertà e del rispetto del tricolore che a Villa Castelletti ha sventolato per la prima volta in Toscana nel lontano 1846 per volontà del marchese Leopoldo Cavalcanti.
“Il valore della testimonianza e dell’ascolto – hanno detto i presidenti dei due club, Elisabetta Benvenuti ed Emanuele Amodei – sono fondamento dell’educazione e della crescita interiore. Il tema dell’annata rotariana torna quindi prepotentemente alla ribalta, ovvero “creare speranza” per il futuro”. Parole a cui sono seguiti gli interventi delle due assistenti del Governatore Damiani, presenti all’evento, Chiara Pagni e Rita Pelegotti, che hanno voluto evidenziare “un tema che è caro al Rotary, quello dell’etica e della cultura della legalità”. Quindi è stata la volta di Angelo Corbo, che ha ripercorso la memoria della sua gioventù nel quartiere “la noce” di Palermo, la sua scelta di entrare in Polizia, per arrivare poi a quel tragico 23 maggio 1992 che ha segnato la sua vita e dove, ha spiegato, “sono morto per rinascere”. Una rinascita dolorosa ma anche fonte di un percorso che lo vede ancora oggi impegnato in una battaglia di legalità contro la mafia portare il suo contributo, la sua testimonianza a i ragazzi delle scuole e in tutte quelle realtà che intendono combattere il degrado e la violenza.
“La mafia – ha aggiunto – si combatte contrastando il “terrorismo mafioso” che in alcuni casi, invece, è stato sottovalutato dalle istituzioni che al contrario avrebbero dovuto combatterlo alla radice. Allora è necessario parlarne e testimoniare giacché, come ricorda una frase di Peppino Impastato, “la mafia uccide, il silenzio pure”. Corbo, inoltre, ha presentato nell’occasione il suo libro dal titolo “Strage di Capaci”, il cui ricavato contribuisce alle attività dell’associazione “Sentinelle di nonno Lino” (di cui Corbo è presidente), associazione che cura la diffusione della cultura della legalità fra i giovani. “Al suono della campana – si legge in una nota – ci siamo lasciati con un grazie, al relatore che con grande umanità ci ha raccontato la sua storia, ai presenti che hanno contribuito ad animare la serata e alla presidente Elisabetta Benvenuti che ha promosso l’Interclub in collaborazione con il presidente Emanuele Amodei”.