“Pensavo fosse Campi, invece era Vaiano…”, Gandola: “Errato il canto della Divina Commedia citato nei cartelli del Parco della Piana”

CAMPI BISENZIO – “Cambiano le amministrazioni, ma tutto resta immutato: nessuno sa, nessuno vede, nessuno controlla, nessuno verifica. E i cittadini pagano. In questi giorni  a Campi Bisenzio, sono stati installati  nuovi cartelli per consentire una più adeguata segnaletica del Parco agricolo della Piana ma su quei pannelli ci sono dei macroscopici errori, a partire dal canto […]

CAMPI BISENZIO – “Cambiano le amministrazioni, ma tutto resta immutato: nessuno sa, nessuno vede, nessuno controlla, nessuno verifica. E i cittadini pagano. In questi giorni  a Campi Bisenzio, sono stati installati  nuovi cartelli per consentire una più adeguata segnaletica del Parco agricolo della Piana ma su quei pannelli ci sono dei macroscopici errori, a partire dal canto sbagliato della Divina Commedia”. A entrare nel merito della questione è il consigliere comunale d’opposizione Paolo Gandola che spiega: “Nel grande pannello dedicato alla città installato in piazza Dante si legge testualmente che la città di Campi sia stata  “Citata da Dante nel XXXII dell’inferno” ma quel canto, a ben vedere, non c’entra davvero nulla con Campi facendo riferimento unicamente alla valle del Bisenzio”.

“Come tutti sanno, infatti, – aggiunge Gandola – Campi Bisenzio è citata nella Divina Commedia, ma al canto XVI del Paradiso e non nel XXXII dell’Inferno. Da quanto accertato, si tratta di  un vero e proprio refuso storiografico: il canto XXXII dell’Inferno parla della “Valle onde il Bisenzio si dichina” ma la terzina  fa riferimento alla città di Vaiano non certo a Campi Bisenzio. Al contrario, Campi Bisenzio è citata nella Divina Commedia ma al canto XVI del Paradiso quando Dante parla del contado fiorentino citando appunto, Campi, Certaldo e Figline. Al riguardo, presenteremo un’interrogazione ma non ci fermeremo certo qui, andremo in fondo alla  questione, inviando una segnalazione alla Procura della Corte dei Conti della Toscana. Non ne possiamo più: questo pressappochismo degli uffici e della giunta, vecchia e nuova, non è più accettabile”.