CAMPI BISENZIO – La stagione della Fiorentina si conclude con la finale di Conference League il prossimo 7 giugno a Praga contro il West Ham. Una partita che, la sessantesima della stagione, oltre all’importanza concreta di valere per la conquista di un trofeo e l’accesso all’Europa League per il 2023/24, segna un primato particolare: la Fiorentina è la prima squadra a disputare tutte le finali delle coppe europee organizzate dall’Uefa. Ripercorriamole grazie al prezioso contributo del Museo Fiorentina e di Massimo Cervelli.

30 maggio 1957 Real Madrid-Fiorentina 2-0
La prima fu la finale di Coppa dei Campioni, l’attuale Champions League. La Fiorentina, campione d’Italia, aveva eliminato negli ottavi di finale i campioni di Svezia, l’IFK Norrköping, in due partite disputate in Italia, a Firenze (1-1) e a Roma (1-0) per l’impossibilità di giocare in Svezia a fine novembre. Nei quarti di finale l’avversario è il Grasshopper, campione svizzero. La Fiorentina vince l’andata in casa (3-1) e pareggia (2-2) a Zurigo, in una partita dominata dai gigliati. Molto più ostico è il contendente in semifinale: la Stella Rossa. Il calcio jugoslavo è in grande ascesa e l’andata a Belgrado è una battaglia senza esclusione di colpi. Una significativa partita difensiva e un gol di Prini, segnato negli ultimi minuti danno la vittoria ai viola (1-0) e ipotecano la finale. La partita di ritorno vive sul gol di vantaggio che la difesa viola riesce a conservare (0-0) per approdare in finale. L’ultimo atto si giocò a Madrid, contro il Real detentore della Coppa avendo vinto la prima edizione. Davanti a centoventimila spettatori e al dittatore Franco, nume tutelare del Real, la squadra allenata da Bernardini gioca una buona gara, pur dovendo rinunciare a Beppe Chiappella, infortunatosi con la Nazionale; la partita resta in assoluto equilibrio. L’episodio decisivo avviene al 23’ del secondo tempo. Fuga di Mateos, innescata da un lancio di Di Stefano. Il guardalinee sbandiera (fuorigioco?), Magnini interviene deciso, fuori dall’area, e sgambetta l’avversario. L’arbitro, l’olandese Horn, non ha dubbi e, tra lo stupore e le proteste dei calciatori viola assegna un calcio di rigore al Real. Palla sul dischetto tiro di Di Stefano, tuffo di Sarti, ma la palla scuote la rete. Il gioco riprende con un Real Madrid scatenato, rotto l’equilibrio la partita è ormai indirizzata: allungo di Di Stefano, scatta l’ala sinistra Gento che elude Magnini, supera Orzan, evita il portiere Sarti in uscita, spara in rete. Due a zero. La Fiorentina incassa gli applausi e gli elogi della stampa internazionale, capisce di aver pagato un tributo al potere calcistico del Real e a quello politico di Franco. Pensa di aver perso un’occasione che, presto, gli ricapiterà… Ma non sarà così.


Coppa delle Coppe 1961 17 maggio Rangers – Fiorentina 0-2 27 maggio Fiorentina – Rangers 2-1
La prima edizione della Coppa delle Coppe viene disputata da dieci squadre. La competizione, dopo il turno preliminare, comincia dai quarti di finale. La Fiorentina aveva iniziato la stagione guidata da Lajos Czeizler, aspettando di avere come allenatore l’ungherese Nandor Hidegkuti che arrivò a Firenze a novembre e si avvalse di Beppe Chiappella come secondo. Nei quarti di finale i viola sono opposti agli svizzeri del Lucerna. È un doppio successo gigliato, con una tripletta di Hamrin a Lucerna (3-0) e un agevole 6-2 a Firenze con tre reti del brasiliano Antoninho, una meteora nella storia della Fiorentina, una doppietta di Hamrin e gol di Luigi Milan. La semifinale contro la Dinamo di Zagabria viene decisa all’andata: 3-0 a Firenze (Antoninho, Da Costa, Petris); innocua la sconfitta (2-1) nella gara di ritorno, con gol di Petris. La finale di andata allo stadio di Ibrox si gioca in un clima incandescente che sembra poter sommergere i viola da un momento all’altro, ma proprio nel bel mezzo dell’assedio, al 12’ Milan porta la Fiorentina in vantaggio. Pochi minuti dopo gli scozzesi hanno l’opportunità di pareggiare su calcio di rigore, ma Albertosi lo para. Il veemente, incessante, arrembaggio dei padroni di casa si infrange sulla linea difensiva viola e, nel finale, Milan suggella con il secondo gol un’impresa che vale la Coppa. La Fiorentina vince anche la partita di ritorno (2-1), con reti di Milan e Hamrin. Abbiamo chiamato i giocatori viola che hanno vinto la finale d’andata a Glasgow i leoni di Ibrox, perché solo undici leoni potevano reggere la durezza messa in campo dal Rangers e sfidare ottantamila scozzesi che sostenevano la loro squadra lanciando di tutto in campo. La gara fu sospesa per spazzare l’area di rigore gigliata da bottiglie e cuscini.

Coppa delle Coppe 1962 Glasgow 10 maggio Atletico Madrid – Fiorentina 1-1 – Ripetizione finale Stoccarda 5 settembre Atletico Madrid – Fiorentina 3-0
Alla Fiorentina sfugge il bis di una Coppa che l’aveva vista nuovamente protagonista, eliminando Rapid Vienna, Dinamo Zilina, Ujpest Dosza. La ripetizione della finale avviene, a causa della Coppa del Mondo 1962, all’inizio della stagione successiva e i viola, con una squadra cambiata, soccombono.
Coppa Uefa 1990 2 maggio Juventus – Fiorentina 3-1 16 maggio Fiorentina – Juventus 0-0
Ben più complessa delle precedenti è la Coppa UEFA 1990, a cui partecipano 65 squadre, in rappresentanza di 31 nazioni, in un arco temporale che va dal 9 agosto 1989 al 16 maggio 1990. Il sorteggio dei trentaduesimi di finale mette la Fiorentina di fronte a un’avversaria di rango, l’Atletico Madrid – con cui perdemmo la finale della Coppa delle Coppe 1962. La partita d’andata si gioca il 13 settembre a Madrid e la Fiorentina perde 1-0, gol di Baltazar al 78’, un risultato che lascia aperta la porta della qualificazione. Nel ritorno, il 27 settembre, nell’esilio di Perugia a causa dei lavori di ristrutturazione dello stadio per la Coppa del Mondo 1990, la Fiorentina finisce i novanta minuti con lo stesso risultato, ma a suo favore, grazie a un gol di Buso. Si va ai supplementari, dove succede poco e nulla, e poi ai calci di rigore, questa la serie dei tiri: Battistini (gol), Futre (sbaglia), Pioli (gol), Marina (sbaglia), Sereni (parato), Bustingorri (gol), Volpecina (sbaglia), Manolo (parato), Baggio (gol). La Fiorentina passa il turno e va ai sedicesimi di finale dove incontra i francesi del Sochaux che, il 18 ottobre, la costringono al pareggio a Perugia (0-0). La qualificazione, nonostante l’inferiorità numerica per l’espulsione di Faccenda al 4’, viene ottenuta con un pareggio (1-1) in Francia, gol del vantaggio di Buso imbeccato da Baggio. Agli ottavi di finale i viola incontrano un altro colosso del calcio europeo, la Dinamo Kiev che viene battuta (1-0) a Perugia il 22 novembre con un calcio di rigore realizzato da Baggio. Al ritorno, il 6 dicembre, nel gelo di Kiev la Fiorentina tiene botta e pareggia (0-0), qualificandosi. Ai quarti di finale un nuovo avversario francese, l’Auxerre, che viene battuto a Perugia il 7 marzo (1-0) con gol di Volpecina e, con lo stesso risultato, gol di Nappi, in Francia. Il 3 aprile i viola giocano a Brema contro il Werder, vanno in vantaggio al ‘78 con Nappi e vengono raggiunti allo scadere per un autorete di Landucci. Lo 0-0 nella gara di ritorno a Perugia vale, in virtù della regola che premia i gol in trasferta in caso di pareggio complessivo, l’accesso alla finale. Il 2 maggio a Torino, un arbitro spagnolo, Soriano Aladren, dal significativo cognome consente ai bianconeri di tornare in vantaggio, dopo il pareggio di Buso al gol di Galia, superando fallosamente Pin, seguirà il 3-1 di De Agostini. Quello del gol di Casiraghi non è l’unico episodio su cui c’è da ridire: gli juventini sono andati ben oltre il regolamento durante la gara. Il 16 maggio, la stessa maledetta data di Cagliari 1982 quando venimmo “derubati” da uno spareggio scudetto ormai inevitabile, il ritorno si ospita in una provincia bianconera: allo stadio Partenio di Avellino. La Fiorentina deve giocare in campo neutro, per un episodio avvenuto a Perugia nella gara contro il Werder, e l’Uefa scelse proprio un feudo juventino come sede. I viola non riuscirono a segnare, la partita finì 0-0. Il giorno dopo venne ceduto Baggio alla Juventus…

Conference League 7 giugno 2023 Praga: Fiorentina-West Ham
La manifestazione, dopo un imponente meccanismo di qualificazione a cui hanno partecipato 181 squadre, vede 32 squadre divise in otto gironi di quattro. La Fiorentina per accedervi ha dovuto superare il play-off che la opponeva al Twente Enschede, battuto 2-1 a Firenze il 18 agosto con gol di Nico Gonzalez e Cabral, mentre la gara di ritorno è terminata 0-0. La vincitrice dei gironi passa direttamente agli ottavi di finale, mentre le seconde disputano uno spareggio con le squadre retrocesse dall’Europa League (quelle che si sono piazzate terze nei gironi). La Fiorentina stecca la gara d’esordio, pareggiando con il Riga (1-1) a Firenze e perde seccamente (3-0) a Istanbul contro il Başakşehir. Un inizio da choc a cui si pone rimedio vincendo in Scozia (3-0) contro gli Hearts che vengono battuti anche a Firenze (5-1). Viene sconfitto anche il Başakşehir (2-1) e il Riga in Lettonia (3-0). La Fiorentina fa 13 punti, come il Başakşehir, ma arriva secondo per la peggiore differenza reti negli scontri diretti. Secondo posto e quindi spareggio contro lo Sporting Braga, il 16 febbraio, i gigliati travolgono i lusitani (4-0) e si garantiscono la finale, anche se nella partita di ritorno vincono (3-2) dopo essere andati in doppio svantaggio. Agli ottavi di finale il sorteggio oppone ai viola un’altra squadra turca, il Sivaspor che perde di misura (1-0) a Firenze, ma viene travolto in Turchia (4-1). I quarti di finale vedono la Fiorentina scontrarsi con il Lech Poznan. Dopo la netta vittoria all’andata in Polonia (4-1) la semifinale sembra già assicurata, ma a Firenze i viola sono storditi e si riprendono solo dopo essere andati sotto di tre gol, evitando i supplementari con il gol di Sottil, seguito da quello di Castrovilli che rendono la sconfitta insignificante. La semifinale con il Basilea vede l’amara conclusione della partita in casa, ribaltata dagli svizzeri dopo lo svantaggio iniziale (1-2) e la grande impresa gigliata in Svizzera coronata nel gol di Barak allo scadere del secondo tempo supplementare (3-1). Il 7 giugno, in uno stadio troppo piccolo per contenere le due tifoserie, l’ultimo atto, la finale contro il West Ham.
