CAMPI BISENZIO – E’ rilassato, quando lo sentiamo al telefono per una chiacchierata preelezioni, Adriano Chini. E si lascia andare anche a una battuta: “All’ultimo minuto hanno inserito anche me nella scheda elettorale, mi danno sopra il 30 per cento, sono un fuori quota…”. Ma, battute a parte, l’ex sindaco di Campi Bisenzio torna serio quando si tratta analizzare l’appuntamento con le urne di domenica e lunedì prossimi. Un appuntamento decisamente sentito a Campi Bisenzio ma il cui esito (finale) è dalla difficile decifrazione. Anche a poche ore dal voto.
Un appuntamento che ha visto un percorso di avvicinamento fatto di tanti dibattiti e con tanti temi ricorrenti. A partire dall’aeroporto: “E’ stata una grande sorpresa – dice Chini – vedere tutti così “scatenati” contro la nuova pista, anche i candidati che hanno alle loro spalle una forza politica che invece l’aeroporto lo sostengono…”. “Quello dei dibattiti – aggiunge – è stato però un elemento anomalo rispetto al passato, quando invece era difficile che i candidati a sindaco, che almeno apparentemente si dimostravano più “riottosi” a farlo, accettassero di confrontarsi. Un elemento anomalo e positivo che, in più sere, hanno portato più di mille persone (anche se molte erano sempre le stesse, n.d.r.) a uscire di casa per assistere a quello che comunque era un dibattito politico”.
L’attenzione poi si sposta su un’altra differenza rispetto alle precedenti elezioni amministrative, quella di una campagna elettorale decisamente più “compressa”, probabilmente anche con meno iniziative “pubbliche”: “A parte il tema della sicurezza, sempre di gran moda, ce ne sono stati altri che sono rimasti completamente fuori dal dibattito fra i candidati: penso all’accoglienza, al ruolo che un Comune deve avere in un processo che io ritengo opportuno a fronte di un 20% di cittadini che arrivano da paesi stranieri. Non si può neanche avere come termine di paragone la San Donnino di 30 anni fa quando erano tutti provenienti dalla Cina, adesso è cambiato il mondo ed è proprio da tutto il mondo che arrivano. Anche a Campi Bisenzio”.
“Così come si è parlato poco di un Comune che, rispetto al Piano operativo, si è dimostrato immobile tanto che le risposte date alla gente finora sono state veramente poche. E penso infine alla sicurezza idraulica: è stato fatto tanto, almeno fino al 2013, ma c’è ancora tanto da fare”. L’ultima considerazione si collega a dove siamo partiti, a delle elezioni che si preannunciano quanto mai indecise e con uno “spezzettamento”, tra le forze politiche, mai visto: “E’ il frutto della società che stiamo vivendo. Ognuno dei cinque candidati aveva l’ambizione a competere per fare il sindaco che è diventato un ruolo alla stessa stregua di come io posso prendere un mezzo pubblico per spostarmi da un luogo a un altro. Il risultato? Ballottaggio fra Tagliaferri e uno dei candidati del centro-destra”.