FIRENZE – “In questi giorni stiamo assistendo a una sempre maggiore pressione da parte delle istituzioni a manomettere il linguaggio comune”: è questa la denuncia di Fratelli d’Italia, fatta per voce di Luigi Forte, responsabile provinciale del Dipartimento pari opportunità, famiglia e valori non negoziabili per la provincia di Firenze, e Claudio Gemelli, consigliere metropolitano e presidente provinciale di Fratelli d’Italia, in merito a un argomento sempre più di attualità.
“E’ di pochi giorni fa – spiega Forte – la denuncia del capo gruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Vecchio, Alessandro Draghi, che ha portato all’attenzione di tutti come si stia procedendo verso una deriva gender fluid nel linguaggio istituzionale nel Comune di Firenze ed è di queste ore la notizia che in una scuola dell’infanzia a Viareggio viene cancellata la festa del papà, in nome di un quanto mai opinabile principio di inclusività. Secondo quanto riportato dai giornali, la dirigente, sostiene che bisogna accettare il fatto che “viviamo in una società diversa da quella di 50 anni fa. Non esiste più una famiglia modello. Oggi ci sono situazioni aperte e particolari che devono essere rispettate e tutelate soprattutto da una scuola”…”.
“Questi due episodi, apparentemente slegati tra loro, sono le due facce di una stessa medaglia. Troviamo infatti che sia un grave errore quello di confondere o peggio veicolare attraverso il sano principio dell’inclusività, un quanto mai pericoloso percorso di destrutturazione linguistica e culturale al fine di avere come unico risultato quello di omologare tutto e tutti mediante l’utilizzo improprio del canale istituzionale”. “La piena attuazione del riconoscimento e della garanzia della libertà e dell’uguaglianza (articoli 2 e 3 della Costituzione), nel rispetto delle differenze di tutti e dell’identità di ciascuno, – continua Forte – richiede oggi, in modo più attento e mirato, un sempre maggiore impegno delle istituzioni, dei docenti e di tutti gli operatori della scuola, ma ciò non si traduce nel rinnegare una tradizione che comporta il riconoscimento di una figura genitoriale o nello stravolgimento delle regole grammaticali della lingua italiana”.
A Forte si unisce Claudio Gemelli, che spiega: “Ciò che rende inaccettabile questa modalità sono le motivazioni che vengono presentate, come nel caso della dirigente scolastica, che di fatto tendono continuamente a minare la famiglia tradizionale, a cancellare anche dal linguaggio comune certi valori non negoziabili”. “Siamo convinti – continua Forte – che questo sia un primo passo verso una omologazione culturale attuata attraverso i canali istituzionali anche usando strumenti frutto della “cancel culture”, e per questo siamo pronti ad attivare percorsi di informazione e formazione, attraverso eventi e convegni per spiegare e presentarne i rischi sociali e culturali”.