SIGNA – “Ancora non ce ne rendiamo conto”: è bastato fermarsi anche per pochi minuti, negli ultimi giorni, per capire di persona lo stato d’animo che ha accomunato e accomuna i tanti, affezionati clienti. Ieri sera, infatti, si è chiusa per l’ultima volta la porta su una storia lunga 67 anni. Una storia fatta di cose buone e di genuinità, ma soprattutto di un rapporto diretto fra “bottegaio” – mi perdonerete, ma per chi scrive la parola “bottega” va intesa nell’accezione positiva del termine, negozio lo lascio volentieri a chi fa questo mestiere in modo sicuramente più rinomato del sottoscritto – e cliente. Il 28 febbraio, insomma, è stato l’ultimo giorno per poter fare la spesa “da Andrea”, gli “Alimentari Pancani” di via delle Molina, e magari fare due chiacchiere su quanto successo negli ultimi giorni in paese tra un “filone” di pane e un etto di prosciutto. Il rapporto diretto, da tanti, troppi sbandierato mentre piano piano le tradizioni di una volta si dissolvono.
In questo caso la decisione di Andrea Pancani e di sua moglie Piera Putrone (insieme hanno cominciato a lavorare all’inizio degli anni Ottanta) è stata dettata soltanto dal desiderio di godersi la meritata pensione. Ma la storia resta. Ed è una storia che si può trovare anche nei libri, da quando, nel 1956, il babbo di Andrea, Ordenzo Pancani, rilevò il forno di via delle Molina dal vecchio proprietario, iniziando la propria attività di fornaio. Quattro anni dopo, nel 1960, la mamma, Bianca Paoli, decise di aprire una piccola bottega accanto al forno dove poter vendere il pane ma anche generi alimentari, detersivi e altri prodotti. Bottega che poi venne spostata di qualche metro nella stessa strada e che purtroppo non venne risparmiata dalla tremenda alluvione del 1966.

Da lì, una volta passato tutto, la decisione di riaprire, sempre in via delle Molina. Una porta che è stata aperta ininterrottamente fino a ieri e che anche durante il periodo del Covid, ma non solo, si è rivelata di fondamentale importanza soprattutto per chi non poteva recarsi di persona a “bottega”: ci pensava Andrea che, con il suo furgone bianco, riusciva sempre a soddisfare le esigenze dei propri clienti. Un modo di lavorare tramandato di padre in figlio, frutto di una passione per quello che si fa quotidianamente che non sempre è così scontato trovare da altre parti. Passione ma anche il piacere di lavorare, anche perché, estate o inverno, le “levatacce” erano all’ordine del giorno.
Già, di padre in figlio, fino a quando Ordenzo, nel 1987, andò in pensione e per chi oggi i capelli sono più grigi rispetto al passato o sono soltanto un ricordo, è impossibile dimenticare le sue “girate” in paese con il motorino con doppia cassetta, una davanti e l’altra dietro, per la consegna della spesa. “Gabbanella” marrone, cappellino in testa, l’inconfondibile rumore del motore. Quella tradizione che Andrea ha portato avanti fino a ieri, fino all’ultimo giorno, perché il lavoro si fa bene fino alla fine. Qui di seguito, invece, vogliamo riportare le parole scritte sulla pagina Facebook del negozio. Sì, è stato un tempo bellissimo:
È stato un tempo bellissimo. Come molti di voi già sanno, siamo arrivati alla fine di un viaggio durato ben 67 anni. Ci tenevamo a ringraziarvi uno ad uno con tutto il cuore per la fiducia, per il supporto e per averci sempre scelti. È stata una gioia per la Bianca, un onore per Ordenzo, un privilegio per Andrea e la Piera lavorare con voi. Siete stati la nostra famiglia, il motore delle nostre idee e del nostro lavoro svolto. È vero, ci mancherete. Ma la Piera e Andrea son due farabutti e a tagliar prosciutti e pane hanno preferito sane giornate a far girate. Vi salutiamo lasciandovi una citazione a cui noi siamo legati: “Tutto ciò che ha un inizio ha anche una fine. Il giorno diventa notte… l’estate si stempera nell’autunno… Nel nostro cuore sappiamo che per quanto possiamo desiderare il contrario, in un mondo regolato dal tempo non può esserci alcun inizio, senza una fine”. State bene, mangiate bene. Un abbraccio, famiglia Pancani