UPS: “Piano strutturale: completamente escluse le frazioni. Nobel, manca un’idea forte. C’è il rischio smembramento”

SIGNA – “Dalle linee strategiche del Piano strutturale sono state completamente escluse le frazioni e il fatto che sulla Nobel non ci sia un’idea forte, può comportare un rischio “smembramento” dell’area: queste le principali critiche mosse dal capo gruppo Gianni Vinattieri (nella foto) e dal gruppo Uniti per Signa alle linee strategiche del nuovo Piano […]

SIGNA – “Dalle linee strategiche del Piano strutturale sono state completamente escluse le frazioni e il fatto che sulla Nobel non ci sia un’idea forte, può comportare un rischio “smembramento” dell’area: queste le principali critiche mosse dal capo gruppo Gianni Vinattieri (nella foto) e dal gruppo Uniti per Signa alle linee strategiche del nuovo Piano strutturale del Comune di Signa presentate nel consiglio comunale di lunedì scorso, “passaggio non ulteriormente rinviabile – afferma Vinattieri – visto che il nostro Comune è uno dei pochi ad avere, da anni, strumenti urbanistici scaduti: Regolamento urbanistico e, appunto, Piano strutturale. Le linee strategiche, in realtà, ben poco aggiungono all’avvio del procedimento approvato il 27 novembre 2020. Ma sintetizzano le priorità dell’amministrazione comunale: interventi per mitigare la pericolosità idraulica, riqualificazione della rete ecologica e ambientale dell’area dei Renai, città pubblica, una nuova immagine, nuove centralità, consolidamento e ampliamento della città della produzione e del lavoro, e area Nobel”.

Entrando nel merito del Piano, “il documento proposto e quello integrale per cui verrà chiesta al consiglio l’adozione, risentono necessariamente dei fallimenti totali dei precedenti strumenti urbanistici: un Piano strutturale – aggiunge Vinattieri – che, fra le altre cose, era caratterizzato dal corridoio infrastrutturale della Bretellina Stagno-Prato e un regolamento urbanistico quasi completamente non realizzato. Eredità incombenti che suggeriscono un approccio di basso profilo nella programmazione del territorio. Per quanto riguarda la pericolosità idraulica e le prospettive dei Renai, non vengono introdotte novità di rilievo. Signa da sempre presenta un alto rischio idraulico acuito dalle “novelle” legislative regionali. Il Piano strutturale ha identificato le aree a maggior rischio che confermano quanto già evidenziato nel Piano Gestione Rischio Alluvioni (PGRA) dell’Autorità di bacino del distretto appennino settentrionale. Gli interventi di mitigazioni erano e saranno pianificati e realizzati da organi altri e sovraordinati al Comune. Sui Renai non ci si discosta da quanto incardinato nella convenzione novativa del 2013”.

“Ma il grande escluso è il ruolo delle frazioni: nemmeno preso in considerazione nella definizione della “Città pubblica”, tutta incentrata, in modo quasi claustrofobico, nel lembo centrale del capoluogo. Come se tutte le dinamiche e le funzioni fossero costrette fra piazza Cavour e via Roma con qualche sguardo su via Arte della paglia. Su cui si richiama insistentemente la necessità di superare le discontinuità, le fratture, urbanistiche con operazioni di ricucitura urbana. Prospettiva miope perché, ormai da anni, la parte pulsante, vitale e progressiva di Signa è rappresentata proprio dalle frazioni, dalle lateralità della città. Che, d’altronde, a causa di una programmazione urbanistica errata, sono avanzate spontaneamente quasi come entità estranee al nucleo centrale. Il piano deve invertire l’ordine delle precedenze. Ripartire e valorizzare le frazioni per recuperare un’armonia organica; diminuire faglie stratificate. Convogliare il dinamismo delle periferie su forze centripete in grado di riattivare un capoluogo svuotato. Per quest’ultimo, d’altronde, non pare più rinviabile la definizione di un polo dedicato al mercato che lo tolga dall’assurda invasione di via Roma con le annose conseguenze nefaste su viabilità e sicurezza”.

Per quanto riguarda invece la zona industriale, “si ipotizza un ampliamento grazie a una messa in sicurezza idraulica da realizzarsi con casse di espansione nel Padule, la cui realizzazione, si precisa, si collocherà molto avanti nel tempo. Sarà per un’eccessiva mancanza di disinvoltura, ma ci pare arduo immaginare il raddoppio dell’area dedicata alle attività produttive in zone di pericolosità idraulica sulla base di un impegno di compensazione che si realizzerà in altra parte senza alcuna certezza temporale. Il tema dell’area industriale si collega con quello della Nobel, dove l’amministrazione comunale pensa di farla approdare. Con un nuovo approccio urbanistico: la suddivisione dell’area Nobel in quattro sezioni: l’area nord da dedicare, appunto, ad attività produttive, una parte da dedicare a bosco e verde, un polo turistico e residenziale, il crinale principale da recuperare”.

“E’ evidente – conclude Vinattieri – che tale smembramento individua due elementi forti (area nord per le attività produttive e zona residenziale) rispetto a cui tutto il resto è ancillare; quasi strumentale. La mancanza di un’idea forte, organica, di recupero tende a disarticolare l’area; con il conseguente ed inevitabile emergere di esigenze non legate al suo recupero e alla sua valorizzazione. Si tratterebbe di un’occasione persa per il futuro di Signa dopo anni di estenuante e inconcludente immobilismo”.