Al Centro MeMe il mediatore per risolvere i conflitti in famiglia

CAMPI BISENZIO – La convivenza si sa, non è sempre facile. Condividere spazi e momenti comuni può generare conflitti anche nelle migliori famiglie. Situazioni di attrito difficili da risolvere tra i protagonisti che necessitano spesso di un professionista. Questa, molto banalmente, la caratteristica di una figura nuova: il mediatore familiare, colui che aiuta coppie e […]

CAMPI BISENZIO – La convivenza si sa, non è sempre facile. Condividere spazi e momenti comuni può generare conflitti anche nelle migliori famiglie. Situazioni di attrito difficili da risolvere tra i protagonisti che necessitano spesso di un professionista. Questa, molto banalmente, la caratteristica di una figura nuova: il mediatore familiare, colui che aiuta coppie e genitori e figli a sciogliere quei nodi che bloccano i rapporti interpersonali. Nella struttura innovativa del Centro MeMe di Campi Bisenzio da qualche tempo è presente il mediatore familiare, un professionista con conoscenze in giurisprudenza e capacità di portare un aiuto anche nei casi di adozione. Edoardo Scianò è dottore in giurisprudenza e ha seguito un percorso formativo per esercitare la professione di mediatore familiare.

Lei si occupa di mediazione familiare e mediazione dei conflitti familiari: cosa significa?

Si tratta di un percorso di durata limitata che cerca di accompagnare o di aiutare la coppia che si sta separando o che non sa se arriverà alla separazione, oppure che già è separata, per cercare di gestire meglio la conflittualità all’interno della coppia, soprattutto per prevenire i danni psicologici ai propri figli. Lavoro con coppie separate, ma anche con crisi di famiglia e quindi con qualunque tipo di conflitto che può riguardare la famiglia come insieme di persone che non sempre ha a che fare con una separazione o con un divorzio. Si parla di conflitti tra fratelli, tra genitori e figli adolescenti. L’obiettivo è ripristinare un dialogo costruttivo.

Chi si rivolge a lei in prevalenza: famiglie che cercano di rimettere insieme i cocci di una rottura avvenuta o chi si accorge di andare verso una separazione?

Spesso sono coppie che hanno già vissuto la separazione, dove magari uno dei due componenti ha un figlio e hanno riprovato a costituire un nuovo nucelo familiare, oppure anche coppie che stanno vivendo sul momento esatto il conflitto della separazione, ma non si sono separate e ancora non hanno un’idea precisa di cosa fare. Aiuto la coppia a orientarsi, a conoscerse il punto di vista dell’altro: nella medizione familiare la decisione ultima non viene presa da me, ma dalla coppia. L’autonomia resta in capo alla coppia.

Come si concludono questi conflitti?

Non c’è una casistica specifica: se vengono da me è perchè sono arrivati ad un punto in cui la convivenza non è più possibile e soprattutto cercano aiuto per poter tutelare i figli. La coppia si lascia, ma i figli restano. Non si smette mai di essere genitori, e non sempre è semplice separare questi due piani, si innescano rancori e rivalse, che vanno a discapito proprio dei bambini. Questo è assolutamente importante da sottolineare, i bambini vanno protetti dalle dinamiche conflittuali degli adulti: copoia e famiglia, coppia e genitorialità, non sono la stessa cosa.

Si parla ancora di crisi del settimo anno? Quali sono i problemi che portano al conflitto?

No non c’è un periodo definito, e i problemi possono essere molti, anche in fasi molto diverse della vita della coppia. A volte un tradimento o la nascita di un figlio innescano difficili turbolenze nell’equilibrio familiare. C’è sempre un problema che emerge su tutto, ma in realtà spesso nasconde altro. Nel caso del tradimento, ad esempio, può voler dire che c’era già una difficoltà della coppia ad essere coppia, a capirsi e dialogare in modo aperto. In questi casi a Centro MeMe, data la mia formazione giuridica, mi confronto con i colleghi psicologi e insieme sosteniamo i percorsi di chi si affida a noi, pensando ai dirittti ma anche ai bisogni più profondi di tutti gli attori coinvolti.

Quanti sono gli incontri?

Sono massimo 12 incontri dove si cerca di capire quale problema presenta la coppia e se è possibile mediare, perchè non tutte le situazioni consentono il percorso di mediazione.

Le si occupa anche di adozioni?

Sì e di famiglie adottive che purtroppo a volte si separano: il percorso non è molto diverso dalle famiglie non adottive. Si creano situazioni diverse, che grazie alla mia formazione sono in grado di affrontare, anche nei casi in cui il rapporto con la famiglia di origine e l’adottato risulta difficile e conflittuale.