Ballerini (Campi a Sinistra): “Quello che sta accadendo in Palestina è inaccettabile e non può lasciarci indifferenti”

CAMPI BISENZIO – “Quanto sta accadendo in queste ore in Palestina è inaccettabile e non può lasciarci indifferenti. L’attuale situazione non è un improvviso scoppio della violenza, non è una guerra: è un vero e proprio massacro ai danni di una popolazione che da decenni sta subendo violenze di ogni tipo, fra cui la demolizione […]

CAMPI BISENZIO – “Quanto sta accadendo in queste ore in Palestina è inaccettabile e non può lasciarci indifferenti. L’attuale situazione non è un improvviso scoppio della violenza, non è una guerra: è un vero e proprio massacro ai danni di una popolazione che da decenni sta subendo violenze di ogni tipo, fra cui la demolizione di case e l’occupazione illegittima della propria terra”: a dirlo è Lorenzo Ballerini, capo gruppo di Campi a Sinistra.

“Non è un conflitto tra due stati, dato che al popolo palestinese è stato sistematicamente impedita la possibilità di organizzarsi all’interno dei territori riconosciuti dal diritto internazionale. Per questo motivo è quanto mai necessaria una presa di posizione di tutta la co munita internazionale, singoli, associazioni, partititi, istituzioni. Si stanno contando centinaia di vittime, moltissimi bambini stanno perdendo la vita sotto i feroci attacchi dell’esercito israeliano, Nelle ultime ore, inoltre, – aggiunge Ballerini – si registrano con preoccupazione episodi di censura da parte delle piattaforme digitali, che stanno colpendo chi pubblica informazioni e documentazioni in merito alle violenze subite dalla popolazione palestinese”.

“Come capo gruppo di Campi a Sinistra, insieme ad altre realtà della sinistra, ho appena protocollato un Ordine del giorno per chiedere a tutto il consiglio comunale una presa di posizione chiara e netta: solidarietà e vicinanza al popolo palestinese, condanna all’occupazione israeliana. E’ necessario attivarsi subito, in ogni modo, in ogni luogo per chiedere da subito l’immediata sospensione delle violenze, la fine dell’occupazione di Gerusalemme da parte dello Stato di Israele e il blocco di ogni politica di espulsione nella parte orientale della città”.