Le Regioni frenano sulla riapertura delle scuole. E molte rinviano

PIANA FIORENTINA – Dal Friuli al Veneto, dalle Marche alla Campania, cresce il fronte del no alla riapertura delle scuole superiori di secondo grado. Mentre il governo conferma, al momento, la riapertura da giovedì 7 gennaio, dal territorio arrivano critiche, e anche ordinanze, per rinviare il ritorno in classe almeno a fine gennaio. “E’ chiaro che […]

PIANA FIORENTINA – Dal Friuli al Veneto, dalle Marche alla Campania, cresce il fronte del no alla riapertura delle scuole superiori di secondo grado. Mentre il governo conferma, al momento, la riapertura da giovedì 7 gennaio, dal territorio arrivano critiche, e anche ordinanze, per rinviare il ritorno in classe almeno a fine gennaio.

“E’ chiaro che siamo per il ritorno della didattica in presenza, ma la nostra non è una posizione ideologica. E’ una posizione che deve tener conto dello stato della curva epidemica. Quindi, nel momento in cui le autorità sanitarie facciano presente che è preferibile mantenere la didattica a distanza, dobbiamo forzatamente adempiere a questa richiesta, – ha detto il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, in un’intervista a Rainwes24 sulla ripresa del 7 gennaio – è evidente che ci sono già due regioni come la Liguria e il Veneto, che pensano di differire il ritorno in presenza degli studenti delle superiori. Immagino che abbiano delle buone ragioni. Non posso pensare nulla di diverso”.

Secondo il segretario del Comitato tecnico scientifico Fabio Ciciliano, la cosa più importante “non è tanto riaprire le scuole ma cercare di tenerle aperte. Rischiare di riaprire le scuole e doverle poi richiudere tra una decina di giorni o tra due settimane. È una cosa – ha detto in un’intervista InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei – che il Paese non si può permettere, perché sarebbe la testimonianza provata del fatto che i numeri stanno nuovamente aumentando”.

Per il Governo, alla trasmissione Agorà su Rai 3, ha parlato invece il vice-ministro dell’istruzione Anna Ascani: “Giorno per giorno seguiamo l’andamento della pandemia, però per noi in questo momento la scuola è una priorità. Lo è per i più piccoli che siamo riusciti a tenere a scuola, e questo è importantissimo ma lo è anche per quella fascia dei ragazzi delle scuole superiori che si aspettano una risposta. Naturalmente tutto questo lo si fa tenendo conto di quello che accade a livelli di contagi. Abbiamo lavorato senza sosta in questi giorni e devo dire grazie ai prefetti e agli enti locali, per avere modelli differenziati a livello territoriali, perché l’Italia non è tutta uguale e quindi servono modelli diversi. Se l’evoluzione della pandemia ci porterà da un’altra parte naturalmente riapriremo la discussione”.