SESTO FIORENTINO – L’emergenza sanitaria che ci obbliga a stare a casa per contenere la diffusione di Covid-19 ha stravolto la quotidianità, ma ha aperto anche nuove prospettive sull’utilizzo della tecnologia. Novità in questo senso riguardano il lavoro costringendo molti a svolgere il lavoro “agile” e la scuola con la didattica online. Stefano Berni è un docente di filosofia e scienze umane all’Istituto Agnoletti, al liceo, ci ha raccontato queste giornate costretto come tutti noi a “stare a casa”.
Stare in casa in condizioni di emergenza sanitaria come questa, cosa significa?
Come per tutti la situazione è spaventosa, tuttavia per un docente di scuola, che non dimentichiamoci, è un intellettuale, nel senso che lavora principalmente utilizzando l’intelletto, questa potrebbe essere anche un’occasione per comprendere quali siano gli interessi più urgenti e essenziali per i ragazzi. Inoltre può essere un’occasione per aggiornare le proprie conoscenze, che spesso molti colleghi trascurano. Non mi riferisco alla scuola delle competenze di cui oggi si parla tanto, ma a veri e propri approfondimenti di argomenti nuovi, recenti. Per fare un esempio, nella mia materia, la filosofia, ci sono tanti colleghi che si fermano a Nietzsche, ma il 900? Il dibattito attuale? Ecco, riprendere in mano qualche argomento nuovo non sarebbe male.
Lavoro da casa, didattica online, tu sei un insegnante, immagino non sia la stessa cosa svolgere il lavoro in classe o attraverso uno schermo. Quali i pregi e i difetti della didattica online e, secondo te, cambierà la scuola dopo questa emergenza sanitaria?
Hai qualche consiglio da dare per chi resta a casa per come trascorrere il tempo?
Stare a casa ti ha permesso di riscoprire attività abbandonate?