SIGNA – Le Mamme no inceneritore, da sempre attente alla questione dei rifiuti e della salvaguardia dell’ambiente, puntano il dito sul “nuovo sistema di raccolta differenziata annunciata a Signa, a modello Alia, ovvero che riunisce tre diversi tipi di gestione”.
“Tale sistema – si legge in una nota – prevede la raccolta porta a porta per multimateriale e carta, la raccolta a campana stradale ad accesso libero per il vetro e la raccolta a cassonetto ad accesso con chiavetta per rifiuti indifferenziati e per l’organico (in questo ultimo caso si tratta di una novità assoluta o perlomeno non abbiamo riscontro di esperienze analoghe sul territorio nazionale). Ma, soprattutto, non è vero quanto detto in più occasioni dai rappresentanti dell’amministrazione comunale signese, ovvero che “non esiste il migliore dei sistemi di raccolta possibili”, che “con l’introduzione del porta a porta la tariffa aumenta”, che “non è cambiando sistema di raccolta che si elimina l’abbandono indiscriminato di rifiuti”.
“Porta a porta e tariffazione puntuale – continua il comunicato – non possono prescindere da una capillare campagna di formazione e dalla collaborazione dei cittadini. Ma non è una buona scusa per rinunciarvi. Il porta a porta su tutto il territorio comunale avrebbe un impatto economico e ambientale più positivo di questo fantasioso sistema misto che continua a lasciare l’anonimato a chi butta via roba in maniera scorretta, e la tariffa puntuale, cioè il pagamento della Tari proporzionale a quanto rifiuto indifferenziato viene prodotto dall’utente, premierebbe i cittadini virtuosi. Da parte nostra, quindi, chiediamo al sindaco Cristianini e all’assessore La Placa di ripensare il modello di raccolta dei rifiuti per il Comune di Signa, sposando il modello di successo del porta a porta con tariffazione puntuale”.
“In particolare – concludono le Mamme no inceneritore – chiediamo alla giunta di spiegare come mai hanno scelto questa soluzione e se hanno valutato e studiato possibili alternative. Chiediamo all’amministrazione di rendere pubblici questi studi e questi paragoni ma soprattutto vorremmo sapere come mai l’amministrazione comunale abbia deciso di lasciarsi guidare nella scelta delle soluzioni dall’unica società che negli ultimi vent’anni ha dimostrato di aver fatto scelte fallimentari”.