“Liberi di pedalare”: il 17 settembre si potrebbe tornare in bici

SIGNA – Dopo alcuni anni di interruzione, potrebbe tornare domenica 17 settembre “Liberi di pedalare”, la “pedalata” storico istituzionale sui luoghi della memoria che ha rappresentato per diversi anni l’occasione di ripercorrere i luoghi caratteristici del fronte dell’Arno che nel 1944 ha visto la distruzione di ponti, torri, campanili, strade e ferrovie. “Il percorso che […]

SIGNA – Dopo alcuni anni di interruzione, potrebbe tornare domenica 17 settembre “Liberi di pedalare”, la “pedalata” storico istituzionale sui luoghi della memoria che ha rappresentato per diversi anni l’occasione di ripercorrere i luoghi caratteristici del fronte dell’Arno che nel 1944 ha visto la distruzione di ponti, torri, campanili, strade e ferrovie. “Il percorso che va dal ponte di Signa al ponte Santa Trinita a Firenze – spiega l’assessore alla cultura Giampiero Fossi – è ancora costellato di ferite e segnato dalla perdita di strutture storiche come i ponti di Firenze e di Signa, la Porta Fiorentina di Lastra a Signa, il Colombaione di Badia a Settimo. In un percorso “leggero” che tocca le due sponde dell’Arno negli anni passati centinaia di ciclisti, di ogni età, hanno pedalato insieme agli amministratori dei Comuni di Signa, Lastra a Signa, Scandicci, Campi Bisenzio e Firenze ricordando i valori di libertà da sempre alla base dello sport”. Il titolo della manifestazione viene appunto dalla frase pronunciata da Enzo Desideri, campione del ciclismo e medaglia d’argento al valor militare della guerra di liberazione, che recitava: “Pedaleremo ancora sulle strade libere d’Italia” (la prima edizione ebbe fra l’altro come padrino l’indimenticabile Alfredo Martini). “Il presidente del consiglio comunale di Signa Massimo Campigli, – aggiunge Fossi – insieme agli altri presidenti, sta procedendo per riprendere una tradizione sentita e per rafforzare il principio che nessuno sport può essere considerato degno di questo nome se non unito ai valori più profondi della nostra etica e della nostra storia”.