Dialogo, impegno, fiducia, integrazione: a don Giovanni Momigli la cittadinanza onoraria

CAMPI BISENZIO – “Quella di stasera è un’occasione speciale, una sera in cui si respira l’aria della festa di una comunità che vuole celebrare una persona che è entrata nel cuore di tanti sandonninesi e di tanti campigiani”. E’ stato il presidente del consiglio comunale, Alessio Colzi, ad aprire la seduta straordinaria che, intervento dopo […]

CAMPI BISENZIO – “Quella di stasera è un’occasione speciale, una sera in cui si respira l’aria della festa di una comunità che vuole celebrare una persona che è entrata nel cuore di tanti sandonninesi e di tanti campigiani”. E’ stato il presidente del consiglio comunale, Alessio Colzi, ad aprire la seduta straordinaria che, intervento dopo intervento, ha portato al conferimento della cittadinanza onoraria a don Giovanni Momigli, parroco di San Donnino per 25 anni, dal 1991 al 2016. E sono stati davvero in tanti quelli che hanno voluto rendere omaggio a un sacerdote che, gioco forza, ha contribuito a cambiare radicalmente la storia del nostro Comune. “Impegno, servizio, integrazione: è con queste parole – ha aggiunto Colzi – che mi piace sintetizzare tutto quello che ha fatto don Momigli per la nostra comunità. Gli dovevamo qualcosa, la cittadinanza onoraria è un riconoscimento doveroso”. “Quando a un consiglio comunale partecipa così tanta gente – ha aggiunto il sindaco Emiliano Fossi – vuol dire che l’argomento è sentito ma soprattutto c’è il senso del ringraziamento e della riconoscenza, due sentimenti che oggi non sempre sono così evidenti. Anche io ho scelto tre parole per sintetizzare quello che è stato l’impegno di don Giovanni sul territorio: dialogo, impegno e fiducia; più che tre parole, tre valori che lui è riuscito a far vivere nella comunità”. Parole di riconoscenza sono arrivate anche da Paolo Gandola, capo gruppo di Forza Italia (“La comunità le è grata per l’impegno profuso, un impegno che resterà per sempre nel cuore dei campigiani”), Andrea Tagliaferri, Sinistra Italiana (“E’ riuscito a far “coabitare” forze dell’ordine, istituzioni e chiesa e ne custodisce il segreto”), Giovanni Landi, Lista Emiliano Fossi sindaco ma soprattutto ex parrocchiano (“In una serata di sorrisi come questa, desidero esprimere tutta la mia stima e la mia gratitudine mei suoi confronti”) e Giancarlo Paolieri, Pd (“Don Giovanni è stato un modello al servizio degli altri”). E se Luigi Ceccherini, che di recente ha scritto il libro “La rivoluzione di don Momigli”, lo ha “pungolato” su quello che è stato il suo cammino ma anche su temi di più stretta attualità, Andrea Belardinelli e Lorenzo Conti, anche loro ex parrocchiani, hanno ripercorso alcune tappe dei venticinque anni di don Momigli a San Donnino. “Sono arrivato a San Donnino l’11 ottobre del 1991 – ha detto don Giovanni – e ho passato tutta la mattina del primo giorno ad ascoltare una trasmissione alla radio in cui si parlava proprio di San Donnino. Se ho avuto paura? Sempre, ma chi non prova paura non si apre al dialogo. Così come rifarei tutto quello che ho fatto, magari qualcosa in più, nel senso che conserverei meglio qualche documento che invece ho smarrito (ride…). Ma, ripeto, il dialogo è sempre stato fondamentale, il dialogo inizia con l’ascolto e se capisco meglio l’altro, capisco meglio anche me stesso e le mie idee. Desidero infine dedicare questo riconoscimento a tutti coloro che hanno contribuito, pezzetto dopo pezzetto, a realizzare questa avventura, con un ringraziamento anche a chi si è espresso in modo contrario verso la decisione dell’amministrazione comunale”.

Fotografie Roberto Vicario