SESTO FIORENTINO Scandicci, il territorio di Scandicci, rientra nella sottosezione Firenze nord (quella che comprende tutti i Comuni della Piana) dell’Unitalsi. Ed è qui, per la precisione al Teatro Studio Mila Pieralli, che è andato in scena “Lourdes”, monologo che ha fatto sicuramente discutere e del quale è protagonista un attore che veste i panni di una volontaria che parte per Lourdes per chiedere spiegazioni sulla prematura scomparsa del padre. E la reazione dell’Unitalsi Toscana, associazione che fa dei pellegrinaggi a Lourdes e a Loreto il fulcro della propria attività, non si è fatta attendere per voce del presidente regionale Roberto Torelli. “Fermo restando che ognuno è libero di esprimersi in uno spettacolo teatrale come meglio crede, – ha detto Torelli – il monologo ha portato sul palco in maniera dissacratoria, e quasi deridendolo, quello che in realtà è un viaggio che nasce dalla speranza, dalla fede e dalla voglia di condivisione. I nostri pellegrinaggi non sono un “carrozzone” come invece sono stati descritto sul palco. Il pellegrinaggio è un percorso prima di tutto individuale che fa dell’essenzialità una sua scelta precisa per dedicarsi soprattutto, all’altro”. Torelli, poi, entra più nel merito della questione: “Ci ferisce, inoltre, l’essere stati derisi per aspetti, come per esempio la durata e le condizioni di viaggio, perchè in questo caso si tratta elementi che noi per primi subiamo. Purtroppo, per questo tipo di trasporti manca ogni tipo di attenzione al punto che oggi, per raggiungere Lourdes, impieghiamo più di quanto occorreva in passato. Prima transita l’alta velocità poi i pendolari, quindi i treni merci e infine i treni dei malati e dei disabili. Si fa un gran parlare soprattutto in questi giorni di tutela e dignità della vita, ma poi la realtà è ben diversa. I pellegrinaggi rappresentano un’esperienza che coinvolge, nonostante le tante difficoltà, molti partecipanti, come testimoniano anche le presenze registrate l’anno scorso. Ma soprattutto rappresentano un’occasione unica per tanti i malati e disabili che in quei giorni diventano assoluti protagonisti di un mondo che finalmente viaggia alla loro velocità e che li valorizza e li apprezza per la loro grande carica di umanità. E’ questo il sogno che, al ritorno dal pellegrinaggio, ci portiamo a casa, quello di riuscire a vivere con le persone malate e disabili che abbiamo incontrato una vita normale dove ognuno, indipendentemente dalla propria condizione fisica, abbia la possibilità per realizzarsi pienamente. La sfida che lanciamo è proprio questa, ovvero di non restare seduti sulle poltrone di un teatro ad ascoltare un monologo dove, con un linguaggio comunque inappropriato, si deride chi è malato o comunque volontario pagante, ma di salire su quel treno che a molti ha cambiato la vita”.
La fotografia è ripresa dal sito Internet del Teatro Studio Mila Pieralli.