Condomini solidali contro il “problema casa”

SESTO FIORENTINO – Si chiamano “condomini solidali”, “case condivise” e sono le nuove forme di abitazione che stanno modificando (con lentezza) gli scenari delle città e hanno come obiettivo tradurre il “problema casa” in un nuovo modello abitativo rivolto a soggetti fragili. Questo progetto è Abitare Solidale nato nel 2008 come espressione di un approccio […]

SESTO FIORENTINO – Si chiamano “condomini solidali”, “case condivise” e sono le nuove forme di abitazione che stanno modificando (con lentezza) gli scenari delle città e hanno come obiettivo tradurre il “problema casa” in un nuovo modello abitativo rivolto a soggetti fragili. Questo progetto è Abitare Solidale nato nel 2008 come espressione di un approccio innovativo ai temi della domiliarità degli anziani da parte dell’Aser territoriale di Firenze. Oggi nella sede dell’Auser Toscana in via Pasolini si è tenuta la prima assemblea congressuale di Abitare Solidale alla quale hanno partecipato oltre al presidente Antonio Modi, il presidente regionale Auser Giovanni Forconi, l’assessore regionale al Welfare Stefania Saccardi, il sindaco Lorenzo Falchi, l’assessore alwelfare del comune di Sesto Camilla Sanquerin, l’assessore al welfare del comune di Campi Bisenzio Luigi Ricci, l’assessore al welfare del comune di Firenze Sara Funaro e il coordinatore del progetto Abitare Solidale Gabriele Danese.

“Questi ultini anni di crisi economica hanno avuto effetti pesanti sulle persone più deboli – ha detto il sindaco Lorenzo Falchi – e sul problema casa e la politica deve trovare risposte: diritto alla casa, diritto alla vita compiuta e soddisfacente. Al di là delle risposte che gli enti locali danno per il diritto alla casa (come gli alloggi Erp) servono progetti come questi che sono complessi e delicati. Il Comune di Sesto vuole fare la sua parte sia nella discussione che nelle proposte”.

In Toscana il numero degli anziani, sempre in aumento, cresce e gli over 75 sono 700mila si stima che nel 2020 raggiungeranno il milione. La metà vive da soli, molti si trovano in affitto e con la pensione che non basta a sopravvivere. Per questo una risposta può arrivare dal volontariato e da progetti concreti che coinvolgano gli enti pubblici e i privati.

Questo è un momento di un nuovo ripensamento del volontariato – ha detto ntonio Modi presidente Abitare solidale – dobbiamo rivedere il modo di approccio alle nuove esigenze e capire i cambiamenti avvenuti nelle persone che chiedono il nostro aiuto. Questo è l’obiettivo di Abitare Solidale: da una parte c’è chi ha un appartamento e dall’altra chi chiede un aiuto. Chi si trova senza lavoro e con problemi economici e familiari molto spesso ha il problema della casa”.

L’esperienza di Abitare Solidale nasce nel 2008. Ci sono due esperienze ben precise di Abitare Solidale sono i condomini solidali a Firenze Montedomini e a Castelfranco di Sotto.

Abbiamo cercato di invertire i ruoli, difficilmente abbiamo proposte innovazioni come in questo progetto in modo che andasse ad integrare i percorsi regionali – ha detto -Danesi -Non rispondiamo solo all’esigenza dell’anziano di restare in casa, in autonomia, ma anche diamo una risposta alle persone che per motivi diversi (uomini separati, donne con storie di violenza alle spalle e altri ancora) si trovano ai margini. Il progetto è temporaneo e permette a chi partecipa di essere responsabile insieme agli altri dell’abitazione: si contribuisce con piccole cifre per ripartire e ritornare a ricostruirsi la vita. Non è un punto di arrivo, ma di partenza”.

L’obiettivo del progetto non è lavorare sull’emergenza, ma sulla prevenzione, recuperando l’autonomia e la solidarietà. Ora in Toscana il progetto segue 503 persone, 242 sono le abitazioni condivise per un totale di 484 famiglie. Ci sono esperienze anche nella Piana a Campi Bisenzio: “La buona casa” indirizzata a 5-6 ospiti tutti uomini con situazioni di marginalità. Queste persone vengono responsabilizzate, convivono e si occupano di tenere pulita la casa e di fare piccoli lavoretti di restauro. L’altra è la Stanza condivisa: una abitazione dove vive una persona anziana con stanze a disposizione per accogliere una famiglia senza casa. C’è poi il condominio solidale: il 31 maggio è stato inaugurato il condominio delle opportunità, un immobile di un privato che ha dato in comodato un villino a piazzale Michelangelo a Firenze. Abitare solidale permette quindi di rigenerazione degli spazi urbani e rigenerazione dei rapporto tra le persone.

Sarebbe utile – ha detto Danesi – una legge regionale partecipata per definire le tipologie che possono ascritte in un progetto di abitare solidale, i livelli minimi per l’accreditamento, strumenti e procedure standard e definire un budget minimo per sostenere questi progetti anche per ristrutturale e il materiale come la buona casa e prevedere leve fiscali per prevedere questi progetti”.

Il progetto Abitare Solidale l’ho visto nascere quando ero assessore al comune di Firenze – ha detto l’assessore regionale Saccardi – è stato naturale sostenerlo e soprattutto oggi quando la realtà è contrassegnata dalla difficoltà. Il primo bisogno che le persone percepiscono è la casa. La difficoltà economica si porta dietro la difficoltà abitativa. Non avere la casa ti getta in una condizione psicologica di sconforto. E’ un errore immaginare una ricetta che vada bene per tutti perchè ci sono bisogni diversi: c’è quello della persona anziana, del padre separato, della donna che esce da una situazione di violenza. Tutte queste situazioni hanno bisogno di risposte personalizzate e di flessibilità di associazioni come Auser che hanno capacità di interagire in modo diverso con le varie realtà. Noi abbiamo fatto un bando per le attività progettuali che ha potuto intercettare alcune risorse della Regione. Per questo progetto la Regione ha investito 32mila euro”.