CALENZANO – Non ci siano morti di serie A e di serie B. Per ricordare i diecimila morti italiani nelle foibe, ieri Forza Italia ha organizzato un evento allo Start eventi di Calenzano.
“Nel nostro calendario nazionale – ha esordito l’onorevole Deborah Bergamini – ci sono ricorrenze che uniscono tutti e altre che sono ancora colpite da una forma inaccettabile di damnatio memoriae. Il Giorno del ricordo delle vittime delle foibe, è una occasione che rimanda ad una pagina della nostra storia fatta di dolore e ingiustizia, di un eccidio ignobile che non può e non deve essere dimenticato”.
La storia d’Italia deve essere patrimonio di tutti, ha proseguito il coordinatore regionale Stefano Mugnai, “non la si può vivisezionare scegliendo a piacimento ciò che si vuole ricordare, scartando ciò che non fa comodo riportare all’attenzione delle coscienze. Quella delle foibe è una vicenda di odio. Odio ideologico”.
“Il rammarico è uno solo: vedere nostri connazionali che si organizzano contro questa giornata” ha commentato amareggiata Miriam Andreatini Sfilli, esule e delegata fiorentina dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. “Abbiamo passato questi anni con grande dignità, senza chiedere nulla a nessuno. Chi ci contesta non ha passato, come noi sulla nostra pelle, la durezza di un regime comunista vero come quello iugoslavo. Se lo avessero conosciuto avrebbero cambiato idea”.
L’iniziativa di ieri, secondo gli organizzatori Daniele Baratti e Paolo Gandola consiglieri comunali di Forza Italia a Calenzano e Campi Bisenzio, si proponeva l’obiettivo non solo di ricordare le migliaia di morti italiani uccisi nelle foibe ma anche “sviluppare un parallelo sul comportamento che la sinistra tenne alla fine della seconda guerra mondiale, quando l’Italia firmò il trattato di pace che consegnava le terre dell’Istria e della Dalmazia alla Jugoslavia di Tito, e che la sinistra tiene, invece, oggi, in relazione all’emergenza profughi per i quali viene sempre invocato a gran voce l’asilo per tutti”. “I nostri deportati – concludono – infoibati, fucilati, annegati o lasciati morire di stenti e malattie nei campi di concentramento jugoslavi, non sono più morti di serie B”.