KATHMANDU – E’ una particolarissima “estate di san Martino” questa che sto vivendo in Nepal. Che ancora, e secondo troppe “fonti”, dovrebbe essere in ginocchio in seguito al terribile terremoto dello scorso aprile. Che certo non è stato un scherzo, ma che crea anche un qualche imbarazzo, a verificare direttamente la situazione. Anche se rafforza in maniera straordinaria il piccolo progetto che, con l’aiuto di tanti amici di queste terre e queste genti, sto portando avanti e che fin dai primi tempi avevo proprio impostato al meglio. Dopo la valle di Kathmandu, ad esempio, di cui vi ho parlato nei miei primi scritti, adesso mi trovo a Pokhara, a poco oltre km. 200 a ovest.
Il Nepal di Banchelli, il terremoto e l’estate di San Martino ai piedi dell’Hamalaya
KATHMANDU – E’ una particolarissima “estate di san Martino” questa che sto vivendo in Nepal. Che ancora, e secondo troppe “fonti”, dovrebbe essere in ginocchio in seguito al terribile terremoto dello scorso aprile. Che certo non è stato un scherzo, ma che crea anche un qualche imbarazzo, a verificare direttamente la situazione. Anche se rafforza […]

Un viaggio iniziato proprio il giorno di San Martino a bordo della mia bicicletta, attraverso il quale ho avuto modo di osservare di come anche per questa lunga via, tutto fosse a posto. Anzi: direi anche migliorato!
Certo, sempre parlando di Nepal e di paese “povero”. La sensazione nel vedere le “solite” capanne come abitazioni, le venditrici di banane, una quotidianità di una strada che conosco come poche altre e che mi ha confermato questa sensazione che ho fin dalle prime ore, di “normalità”. Almeno per il Nepal… Ma il Nepal c’era anche prima! Ed anche al bivio della strada per Gorkha, una delle zone che pare siano state più colpite, tutto sembrava regolare.
Il mondo pare si sia accorto di queste genti al momento del terremoto, per le notizie e certe immagini che arrivavano. Ma, per fortuna dei nepalesi, erano assai parziali.
Come del resto non può che essere assai parziale anche il mio tentativo di trasmettervi cosa è in grado di dare una strada come quella che ho fatto ed il trovarmi qui adesso, ai piedi del gruppo degli Annapurna dell’Himalaya.
I suoni della jungla e la solita vivacità del traffico, ogni sosta carica delle sensazioni straordinarie e primordiali dell’incontro, i profumi, la stanchezza che magari maledici ma che quando finisce, già ti manca…
C’è un aspetto negativo di queste prime ore: “purtroppo” non mi si sono ancora concesse alla vista proprio le grandi montagne! Sarà la foschia e queste nubi di contrasto tra il tepore tropicale di Pokhara ed i ghiacci eterni poco lontani.
In ogni caso, oggi non ne ho neppure sentito troppo la mancanza: sono stato ospite di una famiglia per la festa del Tihar! Semplicemente fantastico… Ma di questo, vi racconterò domani.
Marco Banchelli
(6 – continua)